Troppi tumori a Casalguidi, parla l'esperto: "Controllate i pozzi"

Il dottor Francesco Cipriani dopo l'inchista dell'Asl: "Vivai e Cassero non c’entrano"

Un laboratorio(Foto di archivio)

Un laboratorio(Foto di archivio)

Pistoia, 8 settembre 2019 - Ha destato timori tra i residenti l’indagine attivata dall’Asl sui casi di tumori rari a Casalguidi. A dare risposte è Francesco Cipriani che insieme ai colleghi si occuperà del caso. 

Dottore, perché è stato necessario avviare un’indagine epidemiologica a Casalguidi? 

"Tra il 2017 ed il 2018 i medici di famiglia di Serravalle Pistoiese ci hanno segnalato un numero elevato - otto o forse nove - tumori rari, nella maggior parte dei casi di ossa e tessuto connettivo (sarcomi) in un’area molto piccola, la frazione di Casalguidi. Abbiamo subito verificato che erano almeno quattro volte di più di quanto sarebbe dovuto accadere". 

C’è una correlazione tra la situazione ambientale di quel territorio e i casi che si sono verificati? 

"A una prima valutazione sembra proprio di no. Con Arpat e i colleghi dell’Igiene di Pistoia abbiamo escluso inquinamenti macroscopici di aria o acqua. La discarica del Cassero non è coinvolta, né tantomeno l’inceneritore di Montale. L’acquedotto comunale è sempre controllato, l’acqua è sana, e anche quelle profonde sono buone. Da verificare, invece, la qualità dell’acqua dei pozzi privati che sfuggono ai controlli pubblici. E’ su questo aspetto che ci muoveremo di più". 

Quando avremo i primi dati?

"Entro poche settimane. Poi estendiamo l’osservazione su eventuali altri casi di tumori e malattie al territorio pistoiese e pratese. Entro il prossimo anno dovremmo aver concluso le analisi su campioni di acqua di pozzi privati". 

Da anni si parla di criticità sanitarie legate all’inquinamento, in particolare da pesticidi dei vivai. Cosa sta facendo l’Asl in questo senso?

"Proprio questa settimana abbiamo deliberato il progetto ‘Vivai e Salute’ per valutare l’impatto ambientale e sanitario della presenza dei vivai a Pistoia. In un arco di tre anni identificheremo se e quanto i lavoratori dei vivai rischiano quando usano i pesticidi. E, cosa più importante, si andrà a valutare se e quante sostanze chimiche arrivano nelle case di chi vive vicino ai vivai e se tra loro ci sono più problemi sanitari rispetto a chi vive lontano. Controlleremo anche l’impatto su qualità dell’acqua e sui prodotti degli orti. L’associazione dei vivaisti ci assicura la massima collaborazione. Tutte le attività collegate al progetto saranno rese disponibili su uno spazio web dedicato per garantire la massima trasparenza".