La prima denuncia era stata presentata nel gennaio del 2013 da una donna che si era recata a portare i fiori sulla tomba del marito e non aveva trovato più niente: né la lapide né i resti. Dal dispiacere era svenuta. Poi aveva presentato un esposto dettagliato. Così erano partite le indagini, dense di accertamenti e intercettazioni, svolte dalla Guardia di Finanza, sezione di polizia giudiziaria presso la Procura. Un’inchiesta che aveva scoperchiato un traffico di lapidi, che avrebbe coinvolto un dipendenti comunale e addetti cimiteriali, che avrebbero proceduto, pur di incassare i guadagni, anche ad esumazioni selvagge, senza dunque l’autorizzazione delle famiglie. Nove le persone coinvolte, per quasi quaranta capi d’imputazione, accusate di peculato e vilipendio di cadavere: questi i principali reati contestati. Un processo articolato, così come lo era stata l’indagine della Guardia di Finanza, sotto la direzione del sostituto procuratore Luigi Boccia, e che si era concluso con la sentenza di primo grado, il 4 luglio 2018, con pesanti condanne, fino a otto anni di reclusione. Ora è arrivata la sentenza di appello, pronunciata dalla Corte d’Appello di Firenze, che ha ridotto le pene per quasi tutti gli imputati e ha disposto l’assoluzione per alcuni degli episodi contestati. Dimezzata la condanna per il principale imputato, Guido Tesi, custode cimiteriale, difeso dall’avvocato Lorenzo Magrini. Sarebbe stato lui, secondo l’accusa, ad allestire il mercatino degli arredi sacri destinati alla discarica. Il collegio presieduto dal giudice Luca Gaspari lo aveva condannato a 8 anni e un mese di reclusione. I giudici della Corte d’Appello hanno ridotto la sua pena a tre anni e tre mesi. Pene ridotte anche per: Saverio Folino, addetto della Manutencoop, difeso dall’avvocato Valentina Meoni, da 4 anni e 7 mesi a un anno e 11 mesi; per Alessandro Tonini, operatore cimiteriale, da 4 anni e 4 mesi a un anno e nove mesi; e per Giampaolo Chiesa, addetto della Manutencoop, da 3 anni e 5 mesi a un anno e 9 mesi. Inoltre, i giudici fiorentini hanno assolto dai reati residui: il marmista Paolo Pisaneschi, difeso dagli avvocati Fausto Malucchi ed Elena Baldi (condannato in primo grado a 1 anno e dieci mesi), Nicola Livi, dipendente comunale (condannato in primo grado a un anno e 5 mesi), il fioraio Gerardo De Rose (condannato in primo grado a 3 anni), Giovanni Matulli, dipendente della Manutencoop (condannato in primo grado a un anno e 4 mesi) e infine è stato assolto anche Antonio Baroncelli, assistente della Polizia Municipale, che era stato condannato in primo grado a 6 mesi di reclusione con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio. M.V.