Trasferire a Firenze le opere di Marino Marini oggi "segregate" dentro Palazzo del Tau? Solo se lo si fa con l’intento di esporre, far girare e valorizzare il più possibile l’opera dell’artista pistoiese. Ma è a Pistoia che, infine, debbono tornare: "Quelle opere e la stessa Fondazione sono legati alla nostra città in modo indissolubile da una volontà testamentaria, da uno statuto, da un vincolo posto dalla Soprintendenza". Così parò il sindaco Tomasi all’indomani della presentazione a Firenze de nuovo cda della Fondazione Marini, presieduta da Carlo Ferdinando Carnacini. In quella sede era stato lo stesso Carnacini ad avanzare l’ipotesi di un imminente dialogo con la soprintendente Ranaldi per cercare di ottenere il via libera al trasferimento di alcune opere, giustificato dalla "stravaganza" di un "vincolo di opere di una fondazione privata in un edificio pubblico". "Voglio interpretare le parole di Carnacini in chiave propositiva – commentò Tomasi – e intendere il suo ragionamento come la volontà e la necessità di esporre il più possibile, di far girare e valorizzare le tante opere di Marino Marini che sono contenute negli archivi qua a Pistoia. Ecco, in questi termini trovo condivisibili le sue parole. In questi anni in cui gli scontri sono stati duri noi non abbiamo mai detto no, non c’è mai stato un contrasto quando la fondazione ha deciso di fare una mostra a New York per valorizzare Marino, o anche a Genova, o a Bologna. Se c’è la volontà di portare in giro le opere e valorizzarle attraverso esposizioni temporanee, assolutamente sì. Al contrario, è impensabile portare delle opere, migliaia di opere, da Pistoia a Firenze per metterle in un altro magazzino". Altra questione sul piatto è, ovviamente, quella della sede, attualmente inadeguata ad accogliere il pubblico e dunque sbarrata da un tempo che appare ormai eterno. A questo proposito il presidente del cda si era espresso ribadendo che "è il Comune che deve provvedere ai lavori". Lavori per i quali il Comune, stando agli ultimi aggiornamenti, aveva cominciato a predisporre il progetto esecutivo dell’antincendio. "Abbiamo scritto alla Fondazione lo scorso 18 novembre – sosteneva Tomasi – per chiedere un confronto coi loro tecnici, dal momento che nella realizzazione del progetto occorre definire alcuni particolari. Dopodiché una volta affinato il progetto dobbiamo capire l’entità delle cifre e trovarle".  linda meoni

Cronaca

Il primo cittadino



Trasferire a Firenze le opere di Marino Marini oggi "segregate" dentro Palazzo del Tau? Solo se lo si fa con l’intento di esporre, far girare e valorizzare il più possibile l’opera dell’artista pistoiese. Ma è a Pistoia che, infine, debbono tornare: "Quelle opere e la stessa Fondazione sono legati alla nostra città in modo indissolubile da una volontà testamentaria, da uno statuto, da un vincolo posto dalla Soprintendenza". Così parò il sindaco Tomasi all’indomani della presentazione a Firenze de nuovo cda della Fondazione Marini, presieduta da Carlo Ferdinando Carnacini. In quella sede era stato lo stesso Carnacini ad avanzare l’ipotesi di un imminente dialogo con la soprintendente Ranaldi per cercare di ottenere il via libera al trasferimento di alcune opere, giustificato dalla "stravaganza" di un "vincolo di opere di una fondazione privata in un edificio pubblico". "Voglio interpretare le parole di Carnacini in chiave propositiva – commentò Tomasi – e intendere il suo ragionamento come la volontà e la necessità di esporre il più possibile, di far girare e valorizzare le tante opere di Marino Marini che sono contenute negli archivi qua a Pistoia. Ecco, in questi termini trovo condivisibili le sue parole. In questi anni in cui gli scontri sono stati duri noi non abbiamo mai detto no, non c’è mai stato un contrasto quando la fondazione ha deciso di fare una mostra a New York per valorizzare Marino, o anche a Genova, o a Bologna. Se c’è la volontà di portare in giro le opere e valorizzarle attraverso esposizioni temporanee, assolutamente sì. Al contrario, è impensabile portare delle opere, migliaia di opere, da Pistoia a Firenze per metterle in un altro magazzino". Altra questione sul piatto è, ovviamente, quella della sede, attualmente inadeguata ad accogliere il pubblico e dunque sbarrata da un tempo che appare ormai eterno. A questo proposito il presidente del cda si era espresso ribadendo che "è il Comune che deve provvedere ai lavori". Lavori per i quali il Comune, stando agli ultimi aggiornamenti, aveva cominciato a predisporre il progetto esecutivo dell’antincendio. "Abbiamo scritto alla Fondazione lo scorso 18 novembre – sosteneva Tomasi – per chiedere un confronto coi loro tecnici, dal momento che nella realizzazione del progetto occorre definire alcuni particolari. Dopodiché una volta affinato il progetto dobbiamo capire l’entità delle cifre e trovarle". 
linda meoni

Tomasi è netto: "Opere via soltanto per esposizioni temporanee"    

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Tomasi è netto: "Opere via soltanto per esposizioni temporanee"

Dopo la nomina del cda il sindaco commentò così "Spero che Carnacini parli in chiave propositiva"

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