"Sul pronto soccorso basta rinvii. Ora vogliamo risposte concrete"

Silenzio della Regione a un anno dalla petizione con oltre 8mila firme

Alcuni componenti del gruppo "Vogliamoilprontosoccorso"

Alcuni componenti del gruppo "Vogliamoilprontosoccorso"

San Marcello Piteglio (Pistoia), 22 maggio 2018 – “Basta prendere tempo: la Regione dica sì o no al riconoscimento di area disagiata per la montagna pistoiese”. La sollecitazione arriva dal gruppo “Vogliamoilprontosoccorso”, composto da 16 associazioni del territorio, che il 26 maggio scorso ha inoltrato all’assessore Stefania Saccardi la richiesta di un pronto soccorso per la montagna pistoiese, corredata dalle firme di 8145 cittadini. Ma dall’ente fiorentino, trascorso un anno, non è ancora giunta risposta, cosa che sta facendo crescere il malcontento.

Le associazioni. in uno scritto, ripercorrono quanto accaduto in questi mesi: il 1° giugno, in un’assemblea pubblica, gli allora candidati a sindaco si impegnarono, se eletti, a portare avanti tale battaglia. Così il 10 agosto i consigli comunali di San Marcello-Piteglio e Abetone-Cutigliano approvarono all’unanimità una delibera, rivolta alla Regione, per chiedere il riconoscimento di area disagiata secondo il decreto ministeriale 70/2015 (decreto Balduzzi), così da garantire alla montagna un presidio ospedaliero con pronto soccorso: ben più dell’attuale punto di primo soccorso. A febbraio la neonata Consulta della salute (a cui il gruppo “Vogliamoilprontosoccorso” ha aderito) e i sindaci Luca Marmo e Diego Petrucci invitarono il governatore Enrico Rossi in montagna per ottenere una risposta. Egli, tuttavia, delegò Saccardi, che sindaci e referenti della consulta incontrarono il 19 marzo.

“Tante rassicurazioni, pochi fatti – proseguono le associazioni –fu rinnovata la richiesta di una risposta istituzionale sulla zona disagiata. Sono passati altri due mesi. Due consigli comunali che rappresentano la montagna pistoiese hanno il diritto di ricevere un sì o un no ad una domanda molto chiara e precisa. Quanto devono essere lunghi i tempi della politica? Non siamo disponibili a prenderci altro tempo, magari a studiare o ricercare modelli alternativi di ospedali o servizi. Non è il nostro ruolo. Il modello di sanità in montagna è dato dal decreto Balduzzi ed è lo stesso per tutta Italia. Non chiediamo di più, non chiediamo di meno. In consulta – aggiungono - abbiamo chiesto ai sindaci di sollecitare una risposta della Regione, cosa che si sono impegnati a fare nei prossimi giorni. Noi aspetteremo, stavolta non mesi. Valuteremo poi come proseguire il nostro percorso. Dopo un anno la politica si deve assumere la responsabilità di una scelta chiara”.