Studente senza documento, lasciato a piedi dal bus

Il ragazzo, 15 anni, aveva l'abbonamento ma non la carta d'identità. Il presidente del Copit: "L'abbonamento non basta, molti li fotocopiano"

Antonio Di Zanni, presidente Copit (Foto Castellani)

Antonio Di Zanni, presidente Copit (Foto Castellani)

Pistoia, 23 marzo 2018 - Aveva l’abbonamento all’autobus, ma non un documento di identità che attestasse la corrispondenza a quello di viaggio. Così l’autista non lo ha fatto salire sull’autobus che lo avrebbe portato a scuola. Un episodio che ha suscitato risentimento e dispiacere nella sua famiglia e il padre, un noto commerciante pistoiese di cui non riportiamo l’identità a protezione del minore, ieri pomeriggio si è messo in contatto con la redazione per riferire dettagliatamente l’accaduto.

Questo il suo racconto: «Alle 7. 40 di stamani (ieri), mio figlio, che ha 15 anni, era alla fermata di via Antonelli in attesa della linea Torri-Pistoia per andare in centro e quindi a scuola. Quando il bus è arrivato ha mostrato l’abbonamento e il conducente gli ha chiesto di mostrare la carta di identità, che lui non aveva, semplicemente perché abbiamo richiesto quella digitale che ci sarà consegnata mercoledì prossimo, come posso documentare perché ho la ricevuta. Così, mio figlio è dovuto andare a scuola a piedi.

Ho chiamato subito il mio avvocato e mi sono rivolto anche all’Ufficio relazioni pubbliche del Copit. Il mio legale mi ha precisato che l’autista, in quanto pubblico ufficiale in servizio, poteva chiedere i documenti a mio figlio, ma per valutare la corrispondenza dei dati doveva chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Inoltre, mio figlio era tenuto a fornire le sue generalità, ma non per forza il documento. Mi riservo di ricorrere alle vie legali».

Secondo il presidente del Copit, Antonio Di Zanni, invece, il conducente del bus si sarebbe semplicemente attenuto al regolamento regionale. «Chiedere il documento di identità – spiega il presidente del Copit – è necessario a scongiurare truffe. Spesso, infatti, gli abbonamenti vengono fotocopiati e scambiati, ed è per questo che il nostro regolamento regionale impone di verificare anche il documento di identità. Il verificatore ha fatto il suo dovere. Restiamo a disposizione della famiglia del ragazzo per ogni chiarimento».