Stefano, una mente eccelsa che brilla ancora

Il lavoro del giovane scienziato pistoiese al Nest della Normale di Pisa è stato ricordato con borse di studio e pubblicazioni

Il giovane Stefano Guiducci

Il giovane Stefano Guiducci

Pistoia, 23 ottobre 2019 - Perdere un figlio è un dolore che non ha argini e dilaga, per sempre, nel cuore di un padre e di una madre. Tuttavia, la vicinanza e l’affetto possono sollevare ondate di consolazione. Esattamente un anno fa, la morte di Stefano Guiducci, di Pontelungo, unico figlio di Sandra e Paolo. Aveva 29 anni. Perse la sua guerra contro una malattia che aveva combattuto con molta forza e con speranza. Stefano era un giovane e promettente scienziato. Si era laureato a a Pisa, con il massimo dei voti, in Fisica della Materia, con una tesi sulla superconduttività. Il grande risultato era arrivato con il dottorato al Nest (National Enterprise for nanoScienze and nanoTechnology) della Scuola Normale Superiore di Pisa. Aveva vinto la prestigiosa borsa di studio della fondazione ’Silvio Tronchetti Provera’, e una borsa di studio all’Istituto Nanoscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa.

Nel corso di quest’anno il suo lavoro è stato onorato con importanti iniziative a cui i genitori hanno sempre partecipato. La prima è stata a Roma, l’11 giugno, in occasione della manifestazione ’NanoInnovation’. Il premio annuale è stato dedicato a Stefano ed è stato assegnato a una giovane studiosa di Bologna, Alessandra Scidà. La targa le è stata consegnata da Paolo e Sandra. Pochi giorni dopo, a Pisa, al Nest, c’è stata la consegna della borsa di studio realizzata attraverso una raccolta fra i colleghi di Stefano e i dipendenti della Regione, colleghi di Paolo Guiducci, che lavora al Genio Civile, e gli amici che lavorano a Pistoia, negli uffici della Provincia. E’ stata assegnata a Simone Biasco per il lavoro pubblicato su Nature Communications nel 2018. In questa occasione, era il 14 giugno, il Nest ha realizzato una targa per i genitori del giovane ricercatore. E’ in bronzo, vi sono incisi il volto di Stefano e il pensiero da lui scritto quando iniziò a lavorare al Nest.

«Simone era collega e amico del nostro Stefano. Ha finito il dottorato, si è laureato e abbiamo saputo che, nella sua tesi, ha citato il valore del lavoro di Stefano e lo ha ricordato come amico. E questo ci ha fatto molto piacere». In questi giorni i colleghi di Pisa sono andati a trovare Paolo e Sandra. Hanno portato con sé l’articolo scritto da un collega e amico di Stefano e che comprende anche il suo lavoro. E’ stato preparato per un evento scientifico di quest’anno sempre nel campo della nanotecnologia. L’autore è Matteo Carrega, ricercatore del Nest, non vedente: «Abbiamo un buon ricordo di Matteo, perché era venuto a trovare Stefano quando era ricoverato in ospedale e gli siamo grati per aver ricordato il suo lavoro».

«L’attività di ricerca di Stefano – come ci aveva spiegato l’equipe del Nest che fa capo al professor Stefan Heun – ha riguardato lo studio di nanostrutture: oggetti piccolissimi, delle dimensioni di milionesimi di millimetro, che presentano fenomeni e proprietà insolite e aprono a nuove prospettive tecnologiche. Le sue ricerche hanno indagato anche i nuovi materiali bidimensionali come il grafene. Stefano si è dedicato a studiare fenomeni quantistici legati alla superconduttività in presenza di forti campi magnetici e temperature bassissime, usando un microscopio a scansione avanzato unico in Italia». E oggi, la mente eccelsa di Stefano Guiducci continua a brillare.