"Vi racconto l'Italia allo specchio, quella senza filtri né stereotipi"

La pagina Facebook ideata dal pistoiese Stefano Frosini (Pictures from italian profiles) sta spopolando soprattutto tra gli stranieri. Ad oggi ha raccolto più di 100mila followers

Un collage di immagini tratte dalla pagina

Un collage di immagini tratte dalla pagina

Pistoia, 13 settembre 2019 - Immagini ordinarie, a volte di una comicità quasi casuale, incentrate sull’equivoco o frutto di una situazione normale ‘macchiata’ da un particolare che le rende buffe, a tratti grottesche. Oppure immagini che nel loro dire poco o nulla hanno semplicemente fotografato un uso, un’abitudine, una realtà, una mini-società che racconta anche un pezzo di noi, della nostra quotidianità. A raccoglierle tutte regalando loro un’inaspettata celebrità è la pagina Facebook Pictures from Italian Profiles (tradotto, immagini da profili italiani), più di 100mila followers per 99mila likes complessivi, frutto dell’idea di un pistoiese, Stefano Frosini, 26 anni, laureato all’Università degli studi di Firenze.

Da tempo attivo nel mondo dei social, spesso più abituato a star dietro le quinte che a mettersi in piazza, Frosini ha catturato l’attenzione di un pubblico vastissimo, senza neppure la dichiarata volontà di raggiungere chissà quali obiettivi. “Inizialmente si trattava di un archivio di immagini per me in qualche modo evocative, strane, fresche – racconta lui –. Solo in seguito crescendo il pubblico ho dovuto fare i conti con due ordini di questioni: la privacy delle persone ritratte e i tipi di foto che decidevo di selezionare, dipendenti non più e non solo dal mio gusto, ma anche dalla percezione della pagina che l’utenza stava iniziando ad avere, cioè di un luogo virtuale dove in qualche modo è possibile riconoscersi e identificarsi in quei tratti di italianità strettamente legati alla cultura popolare”. Il 50% del traffico arriva da Paesi extra-Italia, che, nell’idea di Frosini, probabilmente trovano in questa pagina uno spaccato insolito della nostra nazione, raccontata non per stereotipi ma per una sorprendente normalità.

“Perché battezzare la pagina con un nome inglese? Per adottare un approccio più internazionale – continua Stefano –. Vivo questa esperienza come un gioco, ma un gioco inteso come lo si intendeva da bambini: una cosa serissima. Ignorarne le regole significherebbe farlo finire o trasformarlo in un’ennesima rappresentazione dell’Italia che procede a suon di macchiette e luoghi comuni”. La selezione delle foto arriva in modo casuale, a seconda di ciò che essa è capace di evocare in quel momento, lasciando sempre e comunque libera interpretazione a chi le osserva: è questo uno dei motivi, evidentemente, per i quali nessuna delle foto è accompagnata da una didascalia che la racconti. Si tratta semplicemente di un foglio bianco, dove chi guarda può scegliere se e cosa scrivere. “L’immagine racconta una storia, è l’osservatore che decide se ascoltarla, interpretarla, darle un senso, collegarla ad altre immagini e ad altre storie – aggiunge Frosini –. Credo sia questo il meccanismo su cui si fonda la pagina: una fitta rete di centinaia di piccole storie capace di creare una narrazione unica e sfaccettata”.

C'è forse da pensare che un seguito così massiccio sia la testimonianza che in giro si avverte l’esigenza di una maggiore leggerezza? “Il tenore medio della pagina è comico/grottesco è possibile quindi che diventi per alcuni una meta di svago e alleggerimento rispetto ai toni seri, focosi, a volte cataclismatici che caratterizzano molte pagine e discussioni sui social, ma non ne sono completamente sicuro: più che un generico bisogno di leggerezza – argomenta l'admin della pagina – mi pare che sia proprio l’italianità vista in quest’ottica specifica a fare presa sul pubblico. Ciò che in fin dei conti attira sia gli stranieri che gli italiani su Pfip è il fatto che si parli di un paese senza dire che è migliore degli altri, senza falsare il racconto piccolo ma rappresentativo che ne fanno i suoi stessi abitanti attraverso le fotografie che seleziono, sempre più o meno volutamente capaci di descrivere e tramandare il quotidiano, il comico, il grottesco e il bizzarro che costellano l’estetica e la cultura popolare nostrane di ieri e di oggi”.