"Sono malato e vivo per strada, aiutatemi"

L’appello di un 45enne finito negli ingranaggi della burocrazia: "I servizi non possono seguirmi perché ho la residenza a Firenze"

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Ha perso la casa dove viveva con la compagna e si è ritrovato per strada. Raffaele Valente, 45 anni, fiorentino di nascita che di recente si era trasferito a Pistoia, lancia un appello disperato per trovare una nuova abitazione in città che possa accogliere lui e la sua compagna 62enne. "Avevamo trovato una casa in cui poter abitare in affitto – racconta Valente –, ma dopo pochi mesi la proprietaria aveva bisogno dell’immobile in cui ci eravamo sistemati. Abbiamo provato a cercare un’altra sistemazione ma i canoni di locazione sono notevoli anche a Pistoia. Da Firenze siamo venuti a vivere in questa cittadina tranquilla, ma adesso non abbiamo un posto dove stare". Poco possono offrire i servizi sociali comunali dato che Valente e la sua compagna risultano a tutt’oggi residenti nel capoluogo fiorentino. Solo l’albergo popolare, il servizio per l’accoglienza notturna per persone senza dimora o in stato di grave disagio socio-abitativo del Comune di Pistoia, può fornirgli ospitalità. Al servizio di accoglienza notturna per adulti si accede tramite segnalazioni dei servizi sociali. Si entra dalle ore 19 alle 22, per uscire uscita dalle 7.30 alle 8.30 della mattina successiva.

"Possiamo passare la notte al riparo dal freddo fino al 29 gennaio, dopodiché scadono i quindici giorni di servizio che ci sono stati concessi – spiega Valente –. Da quel giorno non sapremo dove andare. E io sono malato, ho un tumore alla vescica, sto facendo un ciclo di chemioterapia, sono debole, non ce la faccio a camminare, a stare all’aperto. Sono in lista d’attesa per subire un’operazione chirurgica, ma come farò se non ho un posto dove poter trascorrere la degenza?". Valente e la sua compagna si sono rivolti anche alla Caritas, dove trascorrono le loro giornate. "Il nostro centro di ascolto offre un posto dove poter trascorrere le ore del giorno al caldo e all’asciutto, oltre ai pasti alla mensa, fino a che le porte dell’albergo popolare non si aprono – sottolinea Marcello Suppressa, direttore della Caritas diocesana –, ovviamente si tratta di una soluzione che può essere di aiuto fino a che il servizio dell’albergo popolare sarà attivo. Dopodiché abbiamo dato la nostra disponibilità a supportare il signor Valente e la sua compagna non appena riusciranno a trovare una sistemazione". Il signor Valente auspica dunque di riuscire a trovare un piccolo immobile o anche un paio di stanze in locazione dove potersi sistemare. "Non ce la faccio più a vivere così – afferma Valente –. Spero davvero che qualcuno possa aiutarci". s.f.