La mamma di Luana D'Orazio, morta sul lavoro: "Sicurezza, ora servono i fatti"

Emma Marrazzo, mamma di Luana D’Orazio, è intervenuta nel corso di un incontro in Comune per sensibilizzare gli studenti pistoiesi. "Non mi accontento dell’omicidio colposo"

Pistoia, 8 dicembre 2022 - «Basta burocrazia, basta parole. Chi di dovere deve intervenire subito". A dirlo è Emma Marrazzo, la mamma di Luana D’Orazio, la 22enne operaia morta in una ditta tessile di Montemurlo, in provincia di Prato, il 3 maggio 2021. Marrazzo è intervenuta all’incontro "Prevenzione dei rischi e formazione: la cultura della sicurezza sul lavoro", che si è svolto ieri mattina nella Sala maggiore del comune di Pistoia, promosso dagli istituti professionali Einaudi e De Franceschi Pacinotti, con l’obiettivo di sensibilizzare, riguardo ai temi della sicurezza nei luoghi di lavoro, gli studenti in procinto di iniziare i percorsi di alternanza scuola-lavoro nelle aziende e nelle imprese del tessuto produttivo locale.

«In quest’anno e mezzo, da quando Luana ha perso la vita in quella fabbrica – ha aggiunto Emma Marrazzo – non mi è mancata la vicinanza delle istituzioni. Il 16 novembre scorso mi ha chiamato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Quando ho sentito Quirinale, ho pensato ad uno scherzo, invece era proprio il Presidente. Mi ha detto che si impegnerà affinché le cose cambino. Io sono convinta che le cose, se si vuole veramente, possono cambiare. Per questo parlo ai ragazzi – ha spiegato –: la cultura della sicurezza è prima di tutto informare del rischio che si corre". Emma Marrazzo, riguardo al processo relativo alla morte di sua figlia, ha aggiunto: "Non mi accontento dell’omicidio colposo – ha attaccato la mamma di Luana – perché altrimenti a questo punto non ha senso chiamare l’Asl, chiamare gli esperti, gli ingegneri, si può chiamare direttamente il carro funebre e fare direttamente il funerale, così si risparmia il tribunale, si risparmia tutto. Io mi chiedo che senso ha avuto tutto questo, chi sbaglia deve pagare".

All’incontro con gli studenti, moderato da Edoardo Baroncelli, hanno preso parte Raffaele Bortoliero, autore del libro "Non si può morire di lavoro. Storie di giovani vite spezzate", che parla anche della vicenda di Luana; Alessandro Grassini, presidente regionale Anmil; Luca Lazzi, testimonial per la sicurezza di Anmil, Massimo Lucchesi, responsabile della sede Inail di Pistoia; Andrea Zucchini dell’Hitachi e Paolo Mattii, rappresentate dei lavoratori per la sicurezza territoriale. "La cultura della sicurezza – ha sottolineato Grassini – deve partire proprio dai banchi di scuola, così come sta avvenendo stamani. Questo è importantissimo".

«Si mette in atto quello che noi abbiamo firmato nell’accordo con la Regione, cioè di fare la ’scuola della testimonianza’ e di andare sia nelle scuole che nelle fabbriche per trasmettere la cultura della sicurezza. È molto positivo che così tanti studenti (la sala maggiore del Comune era strapiena, nda ) abbiano seguito con molta attenzione l’incontro promosso da due scuole cittadine – ha concluso il presidente regionale Anmil – che secondo me rappresenta una vera lezione di vita".

Patrizio Ceccarelli