Sgomberato il centro di Vicofaro

Trattative e tensioni fino a notte. Poi il sì alla partenza dei migranti

Migration

Sono stati trasferiti, alla fine di un lunghissimo giovedì di tensioni, screening sanitari e trattative, gli immigrati ospiti del centro di accoglienza di Vicofaro gestito da don Massimo Biancalani. Una giornata estenuante al termine della quale sono rimasti 19 ospiti nel complesso parrocchiale di Santa Maria Maggiore, mentre tutti gli altri sono stati portati in due alberghi sanitari di Montecatini Terme.

L’operazione di sgombero ha preso il via dalla prima mattinata di ieri, quando due infermieri e due medici Usca hanno effettuato i tamponi rapidi a tutti gli immigrati rifugiati nella parrocchia di Vicofaro. Il bilancio è di 14 positivi su circa 120 test, che si aggiungono ai 4 positivi individuati nei giorni scorsi. I contagiati sono stati trasferiti all’hotel Terme Pellegrini, mentre i negativi al test sono stati accolti al President. La scorsa settimana il complesso parrocchiale, con i circa 120 immigrati, era stato dichiarato zona rossa e quindi off limits per motivi sanitari con un’ordinanza del sindaco Tomasi, preoccupato che potesse scoppiare un focolaio d’infezione a causa dell’assembramento di decine di ospiti. Da mercoledì scorso le forze dell’ordine presidiavano la parrocchia, transennata affinché nessuno potesse fuggire, e la zona circostante. Intanto, con il suo ultimo atto da governatore, Rossi aveva firmato un’ordinanza della Regione con la quale si prevedeva lo sgombero di Vicofaro e la distribuzione dei 120 giovani in altre strutture individuate dall’Asl Toscana Centro in collaborazione con la diocesi pistoiese, anche fuori comune e fuori provincia (Firenze e Prato).

Ieri potremmo aver assistito all’ultimo atto di Vicofaro, o almeno per quello che è stato il centro d’accoglienza dall’estate 2017 in cui sono arrivati a convivere sotto lo stesso tetto anche 150 immigrati. Il progetto delle autorità – Asl, prefettura, questura e Comune – era di svuotare del tutto nell’arco della giornata il centro di accoglienza, proponendo agli immigrati la sistemazione in albergo sanitario dove trascorrere i prossimi dieci giorni di quarantena in isolamento e non più in promiscuità, come si leggeva nella relazione Asl dopo l’ispezione del 14 settembre in cui si specificava che "si rende necessaria la ricollocazione, senza ritardo, degli ospiti in strutture adeguate per capacità ricettiva e caratteristiche igienico-sanitarie".

Un’idea che inzialmente non convinceva affatto il sacerdote. Alla fine, dopo una giornata di riunioni con le autorità in prefettura e il dialogo serrato con la diocesi pistoiese che ha invitato don Massimo a rispettare le prescrizioni dell’Asl, si è giunti alla conclusione. Il parroco si è riunito con i ‘suoi ragazzi’ in chiesa per persuaderli a lasciare i locali della parrocchia. "Il progetto Vicofaro non deve essere smantellato, deve rimanere come recitava l’accordo dell’ordinanza dell’ex governatore Rossi – dice nella notte don Massimo –. Vicofaro dovrà essere punto di riferimento per la prima accoglienza, con lo scopo di dare i mezzi ai ragazzi ospitati per entrare a far parte di comunità più piccole o di permettere loro di rendersi autonomi e andare ad abitare in piccoli gruppi in case in affitto". In nottata un’ottantina di ospiti è stata trasferita a Montecatini su mezzi delle associazioni di volontariato scortati da polizia, carabinieri, guardia di finanza e vigili del fuoco, che nei prossimi giorni presidieranno l’esterno degli alberghi sanitari di Montecatini dove i migranti sono stati trasferiti.

Samantha Ferri