Scuole per l’Ucraina: aiuti e lezione in piazza

Il comprensivo Frank-Carradori ha promosso un gemellaggio e aderito alla raccolta della Giorgio Tesi. Bonaccorso: mattina speciale

Migration

Un gemellaggio, la raccolta di materiale per aiutare la popolazione e una lezione all’aperto per dire no alla guerra. Anche le scuole fanno sentire la loro voce manifestando sostegno alla popolazione ucraina sotto attacco. Una iniziativa di solidarietà arriva ad esempio dal comprensivo Anna Frank-Carradori di Pistoia che proprio ispirandosi ai valori su cui si fonda l’istituto, che porta il nome di uno dei simboli della Shoah a memoria delle guerre mondiali passate, ha deciso di iniziare il percorso per gemellarsi con l’Ucraina.

"Sentite tutte le componenti del consiglio di istituto – spiega la preside del comprensivo, Margherita De Dominicis – abbiamo voluto procedere con questo percorso che porterà, una volta concluso, ma soprattutto quando la situazione nel Paese sarà più tranquilla, a effettuare scambi con le scuole ucraine, iniziative culturali, ed altri eventi che coinvolgeranno sia le loro scuole che le nostre". Ma nello specifico gemellarsi con un Paese cosa significa? Il gemellaggio favorisce il processo di integrazione europea promuovendo il dialogo interculturale, lo scambio di esperienze, conoscenze e valori, il confronto costruttivo di opinioni e l’arricchimento reciproco, contribuendo quindi alla definizione dell’identità comune europea. Nel caso quindi delle scuole pistoiesi a beneficiarne saranno gli studenti del comprensivo e le loro famiglie, mentre dall’altra parte rappresenterà per l’Ucraina una risorsa per il mondo dell’istruzione.

Intanto con una vera e propria corsa contro il tempo tutte le scuole del comprensivo, dagli asili alla scuola media di via Donati, hanno aderito alla raccolta di generi di prima necessità promossa dai dipendenti ucraini dell’azienda vivaistica Giorgio Tesi Group. Tutte le famiglie degli alunni hanno consegnato davanti alle scuole abbigliamento, medicinali, generi di prima necessità e materiale scolastico per i bambini. Tutta la raccolta sarà consegnata all’azienda vivaistica. Il materiale partirà poi su un Tir e verrà distribuito alle famiglie ucraine.

"Molti bambini hanno anche scritto lettere, inviato pensieri, disegni soprattutto per i bambini – spiega la preside – Abbiamo genitori ucraini che vivono da anni a Pistoia, i loro figli frequentano le nostre scuole e quindi sentiamo ancora di più questa esigenza, quella di aiutare, di assistere questa popolazione. Di far sentire la presenza della nostra comunità scolastica".

Più di 500 studenti delle scuole medie e della quinta elementare dell’istituto comprensivo Bonaccorso da Montemagno di Quarrata, invece, si sono riuniti ieri mattina in piazza Risorgimento accompagnati dai loro docenti per un’ora di lezione di storia all’aperto sul tema della guerra. I ragazzi delle altre classi delle elementari hanno seguito l’evento in diretta streaming dalle loro aule, mentre quelli in dad assistevano da casa. Dopo un primo intervento di Federica Corrocher e Francois Pesce, attivisti di Emergency, il dirigente Luca Gaggioli ha parlato della situazione in Ucraina.

"Per studiare la storia di questa guerra non possiamo aspettare i libri di testo, perché ci riguarda adesso – ha detto il preside ai ragazzi – uno scenario a cui non eravamo più abituati, che ci riporta all’ultimo conflitto che abbiamo vissuto, più di 80 anni fa". Anche due ragazzi della terza E hanno poi parlato ai loro compagni: "Ciò che ci colpisce di questa guerra è vedere che le famiglie si devono separare, vedere il saluto doloroso tra il padre che resta in Ucraina e i figli che scappano con la madre". Una lettera scritta da una amichetta residente a Kiev è invece stata invece l’altra testimonianza: "Le sirene suonano più volte al giorno annunciando diversi tipi di attacchi – ha scritto la ragazzina dall’Ucraina – le persone dormono, mangiano, studiano nei rifugi antiaerei e persino i bambini nascono lì".

La manifestazione era stata proposta due giorni fa da alcuni insegnanti della Bonaccorso. "Abbiamo deciso di fare un’ora di lezione in piazza per dare un messaggio che non fosse un semplice sfilare con le bandiere contro la guerra, ma che fosse un momento costruttivo e educativo", ha osservato Gaggioli, che, citando papa Francesco, ha aggiunto: "Diciamo no alla guerra ma ci vuole coraggio anche per dire di sì al dialogo e al negoziato e dire di no alle provocazioni".

Daniela Gori

Michela Monti