Pistoia, nuove classi vanno in quarantena. Tamponi ‘lenti’, monta la protesta

Una primaria a Montale e una ad Agliana. L’impegno della SdS per portare rapidamente i medici nelle scuole

Un'operatrice sanitaria

Un'operatrice sanitaria

Pistoia, 6 ottobre 2020 - Nuove classi di studenti in quarantena nella provincia di Pistoia, che vanno ad aggiungersi a quelle degli scorsi giorni di alcuni istituti superiori. Stavolta la chiusura riguarda due plessi di scuola primaria, uno a Montale e l’altro ad Agliana. I bambini dovranno restare 14 giorni a casa e rientrare a scuola solo dopo aver eseguito il tampone.

"Una media di 100 c asi giornalieri, inferiore rispetto ad altre regioni italiane dove l’epidemia fino ad oggi era stata poco invasiva": intanto, l’ultimo rapporto dell’Agenzia regionale della sanità prova a rincuorare sotto il profilo dell’andamento delle infezioni, e il quadro emerge anche dai dati delle ultime 24 ore in provincia che indicano una stabilità dei ricoveri, fermi da due giorni a 8 pazienti positivi.

Per l’Ars c’è un andamento positivo anche sullo stato clinico di chi si ammala: "Ormai la quota di asintomatici e di pauci-sintomatici è stabile negli ultimi 4 mesi e mezzo e da agosto è sistematicamente sopra l’85%, gli stati lievi si assestano intorno al 10% e, nonostante gli eventuali peggioramenti che possono avvenire nel decorso della malattia, gli stati critici e severi nel complesso rimangono sostanzialmente stabili", si legge nel rapporto mensile.

Dopo la fine dei rientri dall’estero, resta la famiglia il principale luogo di esposizione degli attualmente positivi. "L’età media dei casi si è fortemente ridotta, posizionandosi a luglio e agosto sotto i 40 anni e aumentando di poco a settembre – prosegue il rapporto –. E’ probabile che in questi mesi molta della nostra capacità di tracciamento sia stata indirizzata prioritariamente verso la popolazione giovanile e successivamente alle età adulte e anziane, spesso individuate come contatti all’interno dei nuclei familiari dei più giovani".

Ma nel frattempo continuano le proteste dei genitori che attendono la chiamata dell’Asl per eseguire il tampone a figli per poi poterli rimandare in classe. "Non è possibile che per un raffreddore bisogna stare a casa almeno tre giorni – spiega una mamma di un bambino delle elementari –. Se poi, come nel mio caso, il raffreddore guarisce nel giro di 48 ore, in pratica tutta la famiglia resta bloccata senza motivazione e per riuscire a far rientrare in classe il proprio figlio servono ulteriori giorni. Non siamo contro la prudenza, ma chiediamo che il meccanismo sia più veloce per gli studenti affinché, nel caso siano negativi, possano tornare a scuola. Ricordo che la didattica a distanza viene attivata solo per intere classi in quarantena e non per il singolo studente".

In questi giorni la Società della Salute pistoiese ha fatto il quadro sulla situazione epidemiologica nelle scuole: "La Regione si sta attivando con il ministero per avere in tempi brevi test rapidi da utilizzare nel mondo scolastico – spiega la presidente Anna Maria Celesti –. Sappiamo che dopo un periodo di breve formazione, entreranno nelle scuole anche in quelle pistoiesi medici che diventeranno punto di riferimento dei presidi nella gestione dell’emergenza".

Michela Monti