Sci, Federfuni chiede chiarezza sulla riapertura degli impianti

Per l'associazione, che riunisce 150 aziende del settore, un ulteriore rinvio oltre il 15 febbraio renderebbe impossibile la ripresa delle attività con gravi ripercussioni per l'occupazione

Abetone, campi scuola

Abetone, campi scuola

Pistoia, 3 febbraio 2021 - Federfuni Italia, associazione che riunisce oltre 150 aziende del settore degli impianti di risalita,  esprime “preoccupazione per il ritardo con cui sta avvenendo la definizione delle linee guida per garantire l'apertura degli impianti di risalita agli sciatori amatoriali”, prevista, salvo ulteriori rinvii, per il 15 febbraio. “La  situazione di incertezza che ancora oggi esiste – spiega l'associazione, di cui è presidente nazionale Andrea Formento - mette in difficoltà l'intera programmazione degli interventi necessari all’apertura e un ulteriore rinvio significherebbe l’impossibilità  di riprendere la nostra attività, visto il poco tempo che rimarrebbe tra la decisione del Cts,  sempre che sia positiva, e il 15 febbraio”.  

Per Federfuni la chiusura degli impianti fino ad oggi ha comportato “il calo di 144.000 occupati  nel dicembre 2020, rispetto allo stesso mese del 2019, molti dei quali sono individuabili in assunzioni con 'contratto stagionale', tipico della filiera economica del turismo bianco”. Addetti che “tra dieci giorni – afferma l'associazione - potrebbero  ritrovare una occupazione grazie alla riapertura degli impianti di risalita e delle attività connesse”. “Siamo coscienti delle situazioni  sanitarie – afferma ancora Federfuni - ma crediamo  che il costante miglioramento che ha portato molte regioni in fascia gialla, possa contribuire alla riapertura dei nostri impianti”. L'associazione “al fine di poter contribuire alla risoluzione delle problematiche esistenti”, nella scorsa settimana aveva inviato alla Conferenza e ai presidenti delle Regioni nelle quali sono presenti i propri associati, una serie di indicazioni, riguardo al contingentamento, con la proposta “di poter mettere in vendita un numero di titoli di viaggio rappresentanti al massimo il 30% della portata oraria degli impianti del comprensorio, conteggiando nella percentuale anche i titoli di viaggio settimanali e stagionali”. Mentre per quanto riguarda i comprensori che hanno al loro interno  impianti ubicati anche  in  Regioni confinanti  con  'colorazione' diversa “riteniamo – spiega Federfuni - che possa essere adottato il criterio di far valere  le regole valide per la Regione in cui è posizionata la stazione di partenza dello stesso impianto. Sarà compito dei gestori informare la clientela e far rispettare tale specifica norma”.  

Patrizio Ceccarelli