Schegge di memoria per raccontare il cinema

L’esordio letterario dell’avvocato Massimo Chiossi è dedicato ai film del Lido degli Estensi, editrice “Gli Ori“ di Pistoia

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Frammenti d’estate, tra infanzia e adolescenza, attraverso la settima arte: il cinema. Cresci, le lancette dell’orologio girano sempre più in fretta, come impazzite, e i ricordi, quelli dolci quelli belli quelli della giovinezza, si fanno subito vividi: ecco allora che un avvocato pistoiese, Massimo Chiossi, fa il suo esordio letterario con "Il romanzo dei miei film nei cinema del Lido degli Estensi". Un libriccino, ben curato dalla casa editrice Gli Ori di Pistoia, dedicato "A chi mi ha portato al cinema, a chi mi ci porta, a chi mi ci porterà". Un volumetto dal titolo chilometrico, come fosse uno di quelli dei lungometraggi di Lina Wertmuller. Da innamorato della celluloide o "spettatore seriale di film", come ama definirsi: un divertissement a metà tra il racconto e il dizionario.

"Tutto nasce dalla nostalgia per i tempi che furono, per i mesi di agosto, trascorsi, dalla nascita alla maggiore età, sulla sabbia cocente di Lido degli Estensi, avendo un babbo di origini ferraresi, esattamente di Vigarano Mainarda, la terra natale di Carlo Rambaldi, il tre volte premio Oscar per gli effetti speciali, il padre di ET – narra il vice presidente della locale Unione dei Giuristi Cattolici, consigliere di Confedilizia e del Centro Famiglia Sant’Anna, componente del Centro Mauro Bolognini –. Là ho scoperto il cinema, al chiuso e all’aperto, là ho avuto tempo per restare incantato dalle pellicole e coltivare l’ardente passione. Ho conservato gelosamente i programmi del cinema di quelle estati. Volevo fortissimamente farne qualcosa, raccontarli, spiegarli. In questo libretto non ci sono piccole recensioni, ma soltanto schegge di memoria. A ogni proiezione è legato un aneddoto: come quando mi trovai, con qualche anziano che aveva letto La Repubblica, a vedere “Libera“ di Pappi Corsicato, un film non semplice da comprendere. Ho ancora in testa, all’uscita dalla sala, sullo sfumare dei titoli di coda, i commenti di quei vecchietti, tra sconcerto e delusione per la recensione del critico cinematografico non proprio fedelissima alla trama". Confessa di preferire Almodovar fra i registi e "Bianca", di Nanni Moretti, tra i film, di non avere attori o attrici prediletti, di essere stato invitato a parlare in radio, a Radio Campi e White Radio, a Prato. Si sta facendo un po’ di pubblicità sui social, fra gli amici, che paiono gradire questa sua vena letteraria. O meglio, questo suo hobby, l’andar per cinema: "Perché entrare in una sala, e lo dico in un periodo come questo, di pandemia, sciagurato per il cinema, ha (aveva) un gusto tutto particolare, che va assaporato lentamente: gustato appunto".

È contento, Chiossi, soddisfatto di questa sua prima fatica di penna. Così come compiaciuto resta chi legge queste poche righe di anni dolcemente andati. Con in sottofondo, volesse il Cielo, una colonna sonora del maestro Ennio Morricone.

Gianluca Barni