Rivoluzione al Pronto soccorso. «Nuovo sistema per ridurre i tempi»

Il responsabile, Andrea Cai: «Superati i 60mila accessi nel 2018»

Pronto soccorso (foto di repertorio)

Pronto soccorso (foto di repertorio)

Pistoia, 17 gennaio 2019 - Con 60.300 accessi registrati al 31 dicembre 2018, il Pronto soccorso dell’ospedale San Jacopo entra per la prima volta nella fascia di quelli più attivi della Toscana, con un bacino di utenza che richiede, oggi più che mai, risorse adeguate. Intanto, da due giorni è partita la rivoluzione che, come negli altri presidi, prevede nuovi codici di accesso e un’organizzazione che ricalca quella degli ospedali per intensità di cura. Obiettivo: accorciare i tempi di attesa e rendere il servizio più efficiente per rispondere meglio alle esigenze degli utenti. Ne parliamo con il responsabile, dottor Andrea Cai.

Dottore, come funziona la nuova organizzazione?

«Il nuovo modello, frutto della delibera regionale 806, prevede l’individuazione di tre aree di urgenza: alta intensità, intermedia e bassa intensità, in base alle risorse che il tipo di patologia richiede siano impiegate, sia mediche che infermieristiche. L’obiettivo è quello di ridurre il tempo di attesa, soprattutto per le urgenze che prevedono un intervento tempestivo e più complesso. Il sistema, già avviato in altri presidi, ha dato come primo risultato una diminuzione dei codici prima individuati come gialli. Viceversa, per le patologie a bassa intensità (quelle più lievi) si lavora per individuare un percorso più appropriato e lo specialista di riferimento».

Che cosa cambia per i cittadini?

«Poco o nulla, se non in termini di efficienza del servizio. La rivoluzione la vivono gli operatori, e li ringrazio per il grande lavoro fatto, un lavoro che è stato riorganizzato, anche attraverso un sistema informatico nuovo (dall’«Infoclin» al «Firstaid»), che consente una più immediata trasmissione dei dati di un paziente da un presidio ad un altro, per esempio».

Ci sarà, come già a Prato, una riorganizzazione anche strutturale del Pronto Soccorso?

«Non nell’immediato, ma in futuro anche i locali saranno adeguati. Soprattutto per garantire un accesso diretto e separato delle patologie più complesse, le urgenze».

Come si possono ridurre i tempi di attesa e guadagnare efficienza, senza incrementare il personale?

«Si tratta di una prima sfida, ma è indubbio che nel tempo il personale sia medico che infermieristico dovrà essere incrementato, soprattutto visti i numeri recenti: abbiamo superato i 60mila accessi nell’ultimo anno. Attualmente il personale medico in servizio è di 19 unità, mentre gli infermieri sono 51. L’obiettivo sarebbe di poter arrivare a 22 medici, così da guadagnare un turno in più, nella fascia dalle 18 alle 24».

Parliamo degli accessi impropri...

«Visto il volume di lavoro, quello che chiediamo sarebbe di non utilizzare il Pronto soccorso, specie nei giorni festivi e di notte, per patologie che potrebbero essere curate in ambulatorio».

Martina Vacca