"Chiariamo un punto: qui non stiamo parlando di tagli: stiamo parlando di uso ottimale della risorsa professionale con nuovi metodi organizzativi". É questa la rassicurazione dell’assessore alla sanità Simone Bezzini che accompagna la riforma della sanità regionale presentata ieri all’ospedale San Jacopo di Pistoia. Una rivoluzione che, nei piani, dovrà essere a regime entro i prossimi tre anni. Tante le novità che andranno progressivamente a cambiare il modo di curare e assistere i cittadini pistoiesi. La novità più lampante è quella delle centrali operative territoriali: 37 presidi in tutta la Toscana, con un medico e cinque infermieri in servizio in ognuna di esse, operative dodici ore al giorno, sei giorni la settimana. A turno, però, i presidi saranno aperti anche di domenica. Ancora non è chiaro dove verranno fisicamente installate, ma promettono di essere relativamente capillare: calcolatrice alla mano, con 273 comuni in tutta la regione Toscana, 37 presidi significano un presidio ogni 7,3 comuni in media. Sempre con la riforma, nasceranno una settantina di casa di comunità: l’obiettivo è di dotare queste strutture di medici di base e di famiglia, specialisti, pediatri e assistenti sociale. Il piano è di fare raccordo tra il paziente e la rete degli ospedali veri e propri. "Il nostro obiettivo – commenta Serena Spinelli, assessore regionale alle politiche sociali – è quello di costruire punti chiari di accesso alle cure e all’assistenza sociale per il cittadino: per questo nascono i ‘punti unici di accesso’. Parliamo di una delle aree centrali della riforma: un luogo reale, con persone formate per poter avviare tutti i cittadini ai percorsi a cui hanno diritto. Il nostro obiettivo è quello di dare ai cittadini tutte le informazioni necessarie, tutte insieme, nel solito posto, sia da un punto di vista sanitario che da un punto di vista sociale. Questo perché – conclude – le necessità delle persone sono spesso miste: sanitarie, sociali e assistenziali". I punti critici della sanità toscana sono però emergenze e continuità assistenziali: anche in questi ambiti, la riforma andrà a modificare lo status quo. Il servizio di guardia medica sul territorio verrà rimodulato. "Abbiamo osservato – commenta l’assessore alla sanità regionale, Simone Bezzini – che la maggior richiesta di prestazioni alla guardia medica è tra le 20 e le 24. Con la riorganizzazione, il servizio verrà mantenuto su tutto il territorio regionale nei giorni prefestivi e festivi dalle 8 alle 24 e dalle 20 alle 24 nei giorni feriali. Dopo la mezzanotte, i servizi saranno rimodulati". Di notte, infatti, il coordinamento centrale andrà a dirottare il personale nelle aree dove effettivamente c’è bisogno di intervento. Capitolo a parte per le emergenze: a regime, la riforma prevede 123 mezzi di soccorso avanzato con personale sanitario a bordo, a disposizione ogni giorno, su tutto il territorio regionale: nel dettaglio, saranno 50 automediche, dieci auto "medicalizzate" (con medico a bordo, appunto) e 63 con infermieri. "Il medico non scompare affatto dalle emergenze – conclude Bezzini – ma si muoverà con l’automedica ed affiancherà le ambulanze in caso di necessità". Francesco Storai