"Riaprire subito e una moratoria fiscale"

Le richieste degli imprenditori che il primo marzo scenderanno in piazza a Pistoia e Abetone per spronare il governo a dare risposte

Riapertura immediata "naturalmente" in sicurezza, moratoria fiscale per il 2021 "perché dopo un anno così non è possibile pagare le tasse di un periodo ordinario", ristori "immediati e proporzionati alle perdite". Tre parole d’ordine condivise da tutti i commercianti e i piccoli imprenditori di turismo e terziario, che il primo marzo scenderanno in piazza, a Pistoia come in tutti i capoluoghi toscani, per spronare il nuovo Governo nazionale a dare risposte certe. L’iniziativa, condivisa da Confcommercio e Confesercenti, si svolgerà nel centro storico di Pistoia e di Abetone, dove gli imprenditori andranno a formare una catena umana, immobile e silenziosa che, "nel pieno rispetto delle normative anti-contagio", si snoderà fra alcune delle loro principali vie. In piedi uno accanto all’altro, anche se a distanza di sicurezza, gli imprenditori e i collaboratori del terziario terranno per mano il tricolore e indosseranno cartelli con l’intento di testimoniare "quanto tutte le attività del settore siano interconnesse, tanto che la chiusura imposta ad alcune si riflette in modo determinante anche sulle altre, con una drammatica flessione del lavoro". A conclusione del flashmob, la consegna al prefetto di in qualità di rappresentante del Governo sul territorio, delle richieste delle categorie che gridano alla necessità impellente di essere messe in sicurezza.

L’iniziativa è stata presentata ieri mattina da direttori e presidenti provinciali delle associazioni di categoria: Tiziano Tempestini e Stefano Morandi per Confcommercio e Riccardo Bruzzani e Luigi Lorenzini per Confesercenti. "Occorre un cambio di passo. Perché, l’alternativa è un’ulteriore moria di piccole imprese, ossatura dell’economia e delle nostre città", hanno spiegato.

A lanciare il proprio silenzioso allarme sono ristoratori, che continuano a muoversi fra chiusure a singhiozzo comunicate due giorni prima della loro entrata in vigore, imprenditori del settore turistico, come i gestori delle strutture ricettive che con lo stop agli spostamenti sono spesso costretti a sospendere le attività nonostante, di fatto, possano restare aperti. Tutti uniti per mettere in luce le storie di coloro a cui "vengono ancora una volta chiesti enormi sacrifici nella lotta alla pandemia, senza che questi siano realmente tradotti in un arresto della diffusione del virus". "Le chiusure delle attività e lo stop all’economia non sono la soluzione, ormai è un dato certo – sostengono i promotori dell’iniziativa –. Anzi, rischiano di creare problemi ancora più gravi che vanno a sommarsi alla crisi sanitaria. Dobbiamo dare la possibilità alle imprese di lavorare in sicurezza per guardare al futuro. Dopo un anno di restrizioni e di ristori mancanti o non realmente adeguati, non sono sostenibili nuovi lockdown, il rischio è la perdita di migliaia di aziende e non è sostenibile per il territorio".