"Gli angeli che non dimenticheremo. Hanno salvato la vita a mio marito"

Roberto, 53 anni, rianimato in strada. La moglie: «Grazie di cuore»

I volontari

I volontari

Pistoia, 14 agosto 2018 - Come in film, drammatico ma a lieto fine, con le coincidenze fortunate che hanno giocato un ruolo fondamentale. Più di tutto però ha potuto la disponibilità delle persone. Oggi la riassumono così la loro storia, Roberto Cascioli, 53 anni, e sua moglie Barbara Calamini, di Prato. Roberto, dopo dieci giorni, è stato dimesso dall’ospedale San Jacopo, dove era entrato il 4 agosto scorso, dopo aver avuto un arresto cardiaco, soccorso e rianimato in strada, in via della Pace, a due passi dalla Galleria Nazionale a Pistoia.

Operato d’urgenza, oggi l’uomo è fuori pericolo. In mezzo, ci sono stati i giorni più intensi che la sua famiglia abbia vissuto. E sono tante le persone a cui va il merito di questo successo.  E’ stato grazie all’appello pubblicato su La Nazione che marito e moglie hanno potuto rintracciare e poi incontrare i loro «angeli». Primi fra tutti due infermieri pistoiesi, Simone ed Elisa, che passavano di lì e si sono fermati a prestare il primo aiuto, facendo il massaggio cardiaco. A dare un aiuto anche un gruppo di ciclisti, che si è fermato in strada. E poi la squadra della Misericordia di Pistoia, con i volontari Paolo Meozzi, Laura Cirrincione e Luca Sforzi, che hanno defibrillato l’uomo.

«Sono tante le persone a cui dobbiamo dire grazie – racconta Barbara Calamini – e un grazie va all’ospedale di Pistoia, ai medici e agli infermieri dell’unità di terapia subintensiva, che hanno assistito con competenza e umanità mio marito, dando a me e alle mie figlie la certezza di essere protetti. Elisa e Simone sono venuti a trovarci in ospedale, dopo aver letto il nostro appello sul giornale, ed è stato bellissimo». Salvare una vita umana è un’emozione indescrivibile, raccontano i volontari della Misericordia. 

«Arrivati sul posto, abbiamo verificato che si trattava di un arresto cardiorespiratorio, perciò ho iniziato energicamente il massaggio cardiaco, mentre Paolo e Laura, hanno posizionato le piastre adesive, per un eventuale defibrillazione, sul torace dell’uomo. Il tutto avviene in sinergia tra noi, continuo a massaggiare, e la voce del monitor defibrillatore consiglia la scarica. Abbiamo lavorato bene tutti – spiega Luca Sforzi – ci siamo parlati con gli occhi per capire cosa dovevamo fare. E alla fine, abbiamo ridato la vita a un giovane uomo».