Colpo da 65mila euro nel vivaio, sparite 1.300 piantine di acero giapponese

E' l'ennesimo raid, questa volta a Ramini. "Sono bande organizzate"

Paolo Chiti nel campo saccheggiato (che non è suo)

Paolo Chiti nel campo saccheggiato (che non è suo)

Pistoia, 4 dicembre 2018 - Circa 1300 preziose piantine di acero giapponese sono state trafugate nella notte tra sabato e domenica da uno dei principali vivai di Ramini. I ladri hanno scavalcato la recinzione nel buio della notte e hanno portato via quante più piante possibile, su un totale di circa 3000 innesti. Un colpo che, nel giro di qualche anno, potrebbe fruttare oltre 65mila euro.

«I ladri rano tutt’altro che improvvisati – spiega il titolare – perché sono andati a raccogliere proprio quelle piante e non altre. Conoscono il lavoro, conoscono le piante. Le hanno strappate dal terreno, le radici erano piccole perché appena innestate. In totale ne avevamo tremila, ne sono sparite poco meno della metà. Il valore? Ad oggi ogni piantina costa circa 5 euro, nel giro di cinque anni, quando sarà cresciuta, ognuna può valere anche dieci volte tanto».

I ladri hanno agito senza trovare troppo ostacoli: «Purtroppo – ammette il titolare – difenderci dai furti è estremamente complicato. Il mio, come anche altri nella zona, è un vivaio con lotti di coltivazioni sparsi: è impossibile recintarli tutti come si deve, così come è impossibile assicurare le piante. I prezzi per la copertura sono letteralmente inavvicinabili».

I furti stanno diventando sempre più comuni e, da un anno a questa parte, quasi all’ordine del giorno. E’ recente la notizia di un colpo simile, con 1400 cipressi in vaso spariti, mentre l’anno scorso lo stesso vivaista di Ramini aveva subito un furto analogo. «Erano sparite le stesse piante da un nostro lotto a Barile – ricorda –. Ora rimettersi a lavorare è molto dura. Valuteremo l’installazione di telecamere di sorveglianza, ma sappiamo che possono non bastare per controllare terreni così vasti».

E’ ormai  chiaro che i furti nei vivai non sono casuali o improvvisati, bensì ben organizzati da quella che appare essere una (o più) organizzazione criminale. La maggior parte dei ladri prende di mira piantine piccole che nel giro di qualche anno arrivano anche a quintuplicare il proprio valore. Per i vivaisti non c’è molto da fare se non denunciare. Ieri al vivaio derubato sono arrivati anche Paolo Chiti, imprenditore che da tempo chiede interventi a tutela del settore, e Francesco Mati, presidente del Distretto. «Ho denunciato il furto alla polizia – conclude sconsolato il titolare del vivaio colpito dai ladri – ma so bene che le possibilità di ritrovare le mie piante sono zero».