L’Amministrazione comunale di Lamporecchio, insieme ad alcune associazioni del territorio, tra cui l’Anpi, ha iniziato da qualche anno un percorso culturale , costruito nella storia e sulla memoria di episodi ed eventi che hanno coinvolto il territorio durante il fascismo e la Seconda Guerra Mondiale. Nell’ottica di questo progetto il comune, accogliendo la richiesta delle associazioni, ha deciso di installare quattro pietre di inciampo per ricordare gli ebrei arrestati a Lamporecchio. Le pietre d’inciampo, nate da un’idea dell’artista tedesco Gunter Demnig, sono un piccolo blocco quadrato in pietra, delle dimensioni 10 x 10 centimetri, ricoperte di una piastra di ottone lucente, sulla quale vengono riportati alcuni dati: nome e cognome, anno di nascita, giorno e luogo di deportazione, data di morte. L’idea nacque come reazione a ogni forma di negazionismo e di oblio, al fine di ricordare tutte le vittime della deportazione nazista, che per qualsiasi motivo siano state perseguitate. Inciampare significa soffermarsi, ricordare e tramandare. L’Amministrazione di Lamporecchio, insieme alla associazione, deciderà dove collocarle sul territorio. Un’iniziativa che in tutta Europa ha visto la posa di oltre 70.000 pietre. In Italia, le prime Pietre d’Inciampo furono poste a Roma nel 2012, mentre in Toscana appaiono per la prima volta a Prato nel 2013. A Lamporecchio le quattro pietre d’inciampo dovrebbero essere installate nell’anno 2022 e sono dedicate a Enrico Menasci, arrestato il 26 gennaio 1944; ai fratelli Aldo e Giorgio Moscati che si trovavano sfollati a Lamporecchio con la famiglia ed a Ildebrando Trevi, abitante a San Baronto, Furono prima condotti in carcere a Pistoia poi trasferiti alla Murate di Firenze ed infine internati nel campo di transito a Fossoli, in Emilia Romagna. Il 22 febbraio del 1944 furono deportati nel campo di sterminio di Auschwitz. Aldo Moscati fu l’unico dei quattro ebrei che si salvò.
Massimo Mancini