"Pronti a far ripartire il circolo Ora dobbiamo dare un segnale"

Il presidente Arci di Sarripoli "Andiamo avanti, anche se abbiamo dovuto rimandare le ristrutturazioni previste"

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La geografia del territorio, specie quello che vive all’ombra delle montagne, parla chiaro: per ogni paesino un circolo, segno tangibile dell’importanza che rivestono. Ne è convinto Paolo Maestripieri che del circolo Arci di Sarripoli è presidente da più di 35 anni, un tempo lunghissimo durante il quale quel circolo ha cambiato radicalmente sembianze. Non più quelle due semplici stanze dalle quali si era partiti con entusiasmo e casse vuote, ma una struttura che quando è a pieno regime è capace di distribuire fino a seimila pasti nelle due settimane di punta, quelle della Festa de l’Unità, momento che oggi, in questi tempi di pandemia, sembra un ricordo sì gioioso, ma lontanissimo. Qui la situazione dei conti forse è più dritta che altrove, ma le ‘provviste’ per l’inverno sono a rischio sempre, specie in situazioni così incerte, quando fare previsioni è impossibile.

"Il timore più forte – ci spiega il presidente – è che questo tempo così sospeso possa finire per disperdere il preziosissimo capitale umano che negli anni eravamo riusciti a coinvolgere nel circolo e nella sua vita sociale. I giovani qui sono tanti, d’estate il gruppo dei giovani ci dà una grossa mano nelle nostre iniziative. Senza contare che il Covid ha picchiato duro anche qua, alcuni dei nostri instancabili volontari ne sono stati contagiati e quando ti capita una cosa del genere è inevitabile che resti il segno. Chissà quindi in che modo e in che misura torneremo a stare insieme".

La paura c’è e deve esserci, com’è naturale che sia davanti a una pandemia, ma al futuro da queste parti ci si vuole guardare lo stesso, perché solo la voglia di ripartire può essere quella molla che fa muovere ancora l’ingranaggio. E non potrebbe essere altrimenti per una realtà di circolo che esiste da tempo immemore, nato dalle ceneri del vecchio circolo dei combattenti, poi divenuto Enal (Ente nazionale assistenza lavoratori) e infine Arci.

"La nostra stagione viva è l’estate, in più abbiamo una pista da ballo all’aperto, la pizzeria, la nostra squadra di calcio che milita in terza categoria e i nostri tradizionali appuntamenti, la Festa de l’Unità, la sagra delle frugiate in ottobre e quella del migliaccio in febbraio – prosegue Maestripieri illustrando l’offerta, tutta messa in piedi da volontari, dal momento che il circolo non ha neppure un dipendente –. Quest’anno avevamo in programma di fare delle ristrutturazioni, ma abbiamo dovuto sospendere per via della situazione. Quel poco che siamo riusciti a fare nel 2020 ci ha regalato una boccata d’ossigeno utile a mantenere la struttura, anche se chiusa, ma è evidente che dobbiamo ripartire. Qui c’è una bottega di alimentari che dà un sostegno enorme alla comunità, ma noi col circolo siamo l’unico bar presente, un punto di riferimento. Ripartiremo, fosse anche solo con l’asporto. Dobbiamo dare un segnale".

linda meoni