"Priorità al commercio di vicinato Il rilancio passa da turismo e fisco"

Dalle infastrutture ai nodi strategici dell’economia locale: le proposte di Confesercenti ai candidati regionali "I nostri territori possono diventare un parco europeo di sostenibilità e qualità della vita"

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La premessa è che "si agisce in una situazione inedita e preoccupante causa la pandemia". Lo sviluppo del ragionamento guarda al ruolo del governo nazionale considerato "fondamentale per utilizzare bene i fondi europei, decisivi per far ripartire l’economia. Altrettanto essenziale sarà la funzione svolta dalla Regione. Al riguardo è decisivo individuare le priorità per un nuovo sviluppo e su queste concentrare gli interventi: la realtà della provincia di Pistoia ha bisogno di progettualità concreta e fattibile". E’ così che Confesercenti mette sul piatto le proprie proposte e richieste a chi, fra pochi giorni, sarà chiamato a guidare la Regione.

"A nostro avviso si deve ribaltare la visione se andare verso Firenze o verso Pisa. Bisogna, invece, operare sulle risorse che abbiamo e metterle a sistema, partendo da quelle forti: Hitachi, vivaismo e turismo – dice l’associazione ripetendo quanto già affermato nel corso degli anni –. La mobilità e, quindi, le infrastrutture moderne (aeroporti, terza corsia A11, raddoppio ferrovia) fanno crescere il Pil. E i nostri territori possono divenire un parco europeo della sostenibilità (treni e tram sostenibili, verde sostenibile, turismo sostenibile, relax). Economia sostenibile e qualità della vita: Pistoia e provincia possono diventare un esempio. Eravamo arrivati con la Regione alla possibilità di firmare un protocollo d’intesa, con definite progettualità. Il virus ha interrotto il lavoro. Ma questa – sottolinea l’associazione guidata da Riccardo Bruzzani – è la strada da percorrere con urgenza".

Nel pieno dell’emergenza economica da Covid l’associazione non può, poi, che guardare a chi rappresenta la spina dorsale dei propri iscritti. "Come si fa vivere il commercio di vicinato?", è la domanda. In assenza di risposta inevitabilmente i negozi

sono destinati a scomparire. "Senza il turismo il commercio di vicinato, anche i ristoranti e i bar, non resistono, con conseguente desertificazione dei centri urbani. La politica – si afferma ancora – deve esigere dai colossi di internet il pagamento delle tasse, il rispetto delle leggi, il divieto di fare concorrenza sleale. Ma anche il commercio di vicinato, i mercati, possono fare rete, con possibilità di ordinare un prodotto online e di poterlo ritirare in negozio dove completare l’acquisto. Occorre quindi incentivare i piccoli esercenti all’utilizzo del digitale. Essere coerenti con la volontà di salvare il commercio di vicinato significa decidere anche diminuire i costi per i servizi e le tasse, per ridurre a regime, dopo la pandemia e in modo sostanzioso, Tari, Tasi e Cosap. Questo – si conclude da Confesercenti – significa fare le riforme del fisco e del lavoro, da rendere flessibile e a misura d’impresa, finanziando l’innovazione per accompagnare le piccole imprese alla rivoluzione digitale".

r.p.