Primo giorno con il Green pass all'Hitachi Rail di Pistoia. Ecco come è andata

Sono un centinaio, su circa 1.600, i lavoratori ancora privi di vaccinazione. Per loro tampone obbligatorio o aspettativa non retribuita

Green pass all'Hitachi

Green pass all'Hitachi

Pistoia, 15 ottobre 2021 - Primo giorno di accesso in fabbrica con l'obbligo di esibire il Green pass superato senza particolari intoppi allo stabilimento Hitachi Rail di Pistoia. L'accesso alla fabbrica da parte dei dipendenti del turno centrale, quello delle 7, si è svolto regolarmente. I lavoratori, così come i trasportatori, sono arrivati con il certificato verde alla mano e chi non ne è ancora in possesso, aveva il risultato del tampone. Qualcuno, pur avendo fatto la prima vaccinazione e il richiamo a settembre, non ha ancora ricevuto il Green pass ed è dovuto ricorrere al tampone a pagamento. “Sono in tutto un centinaio i lavoratori non vaccinati, su un totale di 1.600 – riferisce Jury Citera, segretario Fim-Cisl Toscana Nord – Per loro la legge ha dato tre possibilità: il vaccino, il tampone, oppure l'aspettativa non retribuita. C'è stata una lunga preparazione in fabbrica nei giorni precedenti, la Rsu aveva informato i lavoratori che da stamani avrebbero dovuto presentarsi con il badge e il green pass in mano”. Tra i lavoratori non vaccinati, qualcuno oggi ha preferito prendere un giorno di ferie, altrimenti avrebbe pagato il tampone per un solo giorno di lavoro, essendo chiuso lo stabilimento nel fine settimana.

“All'Hitachi è stata fatta una campagna vaccinale da parte dell'azienda nelle scorse settimane– che è andata molto bene - afferma Antonella Nannetti (Rsu) - Sono state vaccinate oltre mille persone, quindi è stata una iniziativa ben riuscita e partecipata”. Oltre ai dipendenti diretti, l'Hitachi ha esteso gratuitamente la vaccinazione anche ai familiari e ai lavoratori dell'indotto che lavorano all'interno dello stabilimento e che hanno voluto aderire all'iniziativa. Il costo del tampone per chi non è vaccinato, invece, rimane a carico del lavoratore. “L'azienda ha detto fin dall'inizio che il tampone non l'avrebbe pagato – riprende Nannetti – e quindi chi è privo di vaccino deve per forza sostenere il costo del test. Nei giorni scorsi, nel corso di una riunione era stato chiesto all'azienda come si sarebbe posta di fronte a questo tema, e la risposta è stata che non avrebbe pagato il tampone. Del resto la legge su questo è dalla sua parte”.

“Il flusso del turno centrale – sottolinea Adriano Sbordone (Rsu) - è andato bene, anche per quanto riguarda le ditte dell'indotto e i trasportatori che sono entrati all'interno dello stabilimento in maniera ordinata, dopo aver esibito il Green pass”. Patrizio Ceccarelli