"Possiamo resistere solo una settimana"

Molti negozianti costretti a chiudere per la zona rossa. Confartigianato: "Subito ristori". Confcommercio conferma la protesta di lunedì

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L’incubo dei commercianti pistoiesi è diventato realtà. Da oggi e fino almeno al 7 marzo la provincia si colora di rosso e questo significa la chiusura di alcune tipologie di negozi, ma non tutte. Sono 35 le tipologie di attività che restano aperte - in base ai codici Ateco - tra cui supermercati, farmacie, parafarmacie, edicole e anche alcuni servizi per la persona, come barbieri e parrucchieri. Chi è costretto a calare la saracinesca è invece il settore dell’abbigliamento, ma solo quello dedicato a ragazzi e adulti: i negozi per bambini non sono infatti compresi in questa serrata.

"E’ un dramma, nonostante si tratti di un provvedimento che era nell’aria ormai da qualche giorno. Il rammarico più grande è che giunga proprio nel momento in cui c’è il cambio di stagione – spiega Giulio Guercini di Adalgisa in via Porta Carratica – Abbiamo tanta merce per la primavera e l’estate appena arrivata, eravamo pronti a esporla. Speriamo che il provvedimento non duri più di una settimana, anche se non sono granché ottimista". Sulla stessa falsariga la preoccupazione di Paolo Fedi e Sabrina Bellucci di Corso 26 in Corso Antonio Gramsci. "Oltre che economicamente, anche psicologicamente non è facile affrontare questa situazione, soprattutto perché non sappiamo per quanto tempo davvero resterà in vigore l’ordinanza. Se fosse per sette giorni potrebbe essere anche accettabile, ma durasse di più allora diventerebbe insostenibile". C’è chi, oltre al lungo termine, guarda anche agli effetti nel breve. "Avrebbero potuto concederci la possibilità di lavorare questo fine settimana prima di metterci in zona rossa. Per il morale sarebbe stato d’aiuto. E non solo, visto che magari ci sarebbe stata un’ultima corsa ai saldi", il pensiero di Greta Capecchi di Gallery 95 in via del Can Bianco. "Proviamo a non mollare, per l’ennesima volta – aggiunge Silvia Melani di Franco Melani in via della Madonna – Proprio per questo riprenderò con il servizio a domicilio. Non è come tenere aperto il negozio, ma è qualcosa che mi serve per il morale e per non apparire abbattuta agli occhi dei clienti". La rabbia è invece il sentimento prevalente in Francesco Barghini dell’omonimo negozio in via Cavour. "Può andarci anche bene calare la saracinesca, ma se fosse un discorso generale per ogni attività. Non solo c’è disparità di trattamento, ma noi che chiudiamo non riceveremo alcun aiuto economico, essendo un’ordinanza non di carattere nazionale. Questo è davvero inaccettabile".

Su questo punto focalizza l’attenzione anche Confartigianato Pistoia: "Continuiamo a chiedere provvedimenti urgenti per ristorare le attività economiche che sono state gravemente penalizzate. Abbiamo sempre creduto che il rigore debba essere massimo, consapevoli che la diffusione del virus non avviene nei luoghi di lavoro. Massima deve però essere anche la serietà da parte delle istituzioni", le parole del presidente Alessandro Corrieri. Ancora più dura la presa di posizione di Confcommercio: "Invece di impiegare le forze a disposizione per rendere disponibili e sempre più accessibili a tutti i vaccini, si continua a imporre la chiusura delle aziende. Non possiamo più accettarlo e per questo confermiamo l’iniziativa che lunedì primo marzo ci vedrà protagonisti con i nostri imprenditori nel centro delle città toscane".

Francesco Bocchini