Nuova specie di pipistrello sulle nostre montagne: "Segnale importante"

Vergari e Dondini lo hanno trovato nelle foreste di Pian degli Ontani dopo un lungo lavoro di studio e ricerca: "Sono bioindicatori preziosissimi"

Simone Vergari e Gianna Dondini (Acerboni/FotoCastellani)

Simone Vergari e Gianna Dondini (Acerboni/FotoCastellani)

Pistoia, 23 ottobre 2019 - Averlo trovato lì, in quel rifugio artificiale, uno dei tanti che a scopo di ricerca popola da 25 anni le foreste di Pian degli Ontani, sulla montagna pistoiese, significa una cosa sola, bella: il nostro preziosissimo polmone verde sta bene e offre ancora condizioni favorevoli alla tutela della biodiversità. È il “Vespertilio maggiore” (myotis myotis), specie di pipistrello mai segnalata nel territorio pistoiese e neppure toscano, che si fa testimone di speranza per l’ambiente, come documenta lo studioso Simone Vergari autore assieme alla moglie Gianna Dondini della bella scoperta, emersa pubblicamente qualche giorno fa durante il quarto convegno italiano sui chirotteri di Padova. “Lavoriamo su queste aree forestali dal 1994 – ci spiega – e malgrado siano passati 25 anni le novità interessanti continuano ad emergere, segnale chiaro che le nostre foreste sono particolarmente ricche sul fronte della biodiversità”.

Il "vespertilio maggiore" scoperto nelle nostre faggete
Il "vespertilio maggiore" scoperto nelle nostre faggete

Una dozzina le specie di pipistrelli che popolano le nostre faggete e foreste, tra le più ricche non solo in Italia ma anche in Europa, cui ora si aggiunge il Vespertilio maggiore, così detto perché tra le tante specie è quella dal maggior peso: venti grammi appena, un’enormità se raffrontata alla media dei cinque grammi dei pipistrelli classici. Legati all’immaginario dell’oscurità e del terrore, i pipistrelli hanno una funzione importantissima in natura, dove funzionano da veri e propri insetticidi naturali, motivo per il quale la stessa Unione Europa ne stabilisce rigorose forme di protezione comunitarie. Ma come si è arrivati all’individuazione del myotis myotis?

“Abbiamo dei piccoli rifugi posizionati per studiare gli animali in ambienti forestali – continua Vergari –. Sono dei punti di attrazione attaccati ai tronchi degli alberi. Sono lì da 25 anni ma solo di recente quest’ultima specie si è manifestata entrando nel rifugio e permettendocene lo studio. Sono dei bioindicatori preziosissimi, che ci consegnano un messaggio: le nostre foreste sono in buona salute. Averlo trovato è per noi motivo di grande gioia e speranza. Fondamentale al raggiungimento di questo traguardo è stato il supporto del Munap, Museo naturalistico archeologico Appennino Pistoiese di Gavinana, che silenziosamente porta avanti un lavoro unico e di grande valore di ricerca sulla nostra montagna”.