Pensioni dei pistoiesi, brillano i dipendenti pubblici

Il numero dei pensionati pistoiesi rimane stabile. Così come (purtroppo) l’entità dell’assegno mensile, sempre scarso. Vediamo nel dettagllio tutte le cifre

Ritiro delle pensioni

Ritiro delle pensioni

18 maggio, Pistoia - Il numero dei pensionati pistoiesi rimane stabile. Così come (purtroppo) l’entità dell’assegno mensile, sempre scarso. Una situazione che non si discosta più di tanto dalle altre province, dove la fascia più anziana della popolazione non se la passa poi molto meglio. Legge Fornero da mantenere, legge Fornero da riformare. Dipendenti privati, pubblici e lavoratori autonomi. Con l’ennesima riapertura sul sistema previdenziale, si torna a discutere di pensioni, assegni e diritti acquisiti e delle generazioni future. E come ogni dibattito che si rispetti, il ragionamento richiama in ballo i numeri della platea, sempre più numerosa, composta da chi dopo una vita di lavoro è riuscito a raggiungere l’ambito risultato del riposo retribuito dalle casse pubbliche alimentate, a loro volta, dai contributi versati durante i decenni. Ma quanti sono i pensionati pistoiesi? Quanto percepiscono? Sono più o meno «ricchi» degli anziani delle province vicine? 

Per chi ha voglia di avventurarsi fra i numeri, il sito internet dell’Inps mette a disposizione una vasta quantità di dati. Il primo è quello relativo al numero delle pensioni erogate nell’anno in corso dall’Istituto: 108mila e 430 in tutta la provincia, formata da circa 300mila abitanti. Una somma che contiene un po’ tutto, dagli ex dipendenti pubblici, ai lavoratori delle aziende private, agli ex autonomi, fino agli assegni di reversibilità per vedove e vedovi e i trattamenti «sociali» corrisposti a chi, raggiunta l’età pensionabile, si troverebbe altrimenti privo di ogni fonte di reddito. A essere esclusi sono in pratica quasi soltanto coloro che nel corso della vita lavorativa hanno versato i contributi alle casse di previdenza private degli Ordini professionali. E’ questo uno dei motivi che tiene bassa la media dell’assegno mensile, che supera di poco i mille e 200 euro lordi mensili. Ma parlando di medie, corre subito l’obbligo di fare una distinzione.

I dati del sito Inps (relativi al 2018 per gli ex lavoratori dipendenti, comprese le gestioni a contabilità separata, e al 2017 per gli ex dipendenti pubblici) fanno infatti subito emergere una differenza: per i trattamenti da «lavoro privato», pari a 96mila e 460, la media risulta essere 846 euro mensili lordi, mentre per chi ha lavorato nel pubblico (11mila e 970 persone) l’assegno raggiunge i mille e 737 euro. Una differenza non da poco, che si capisce meglio leggendo le differenze fra le varie «casse»: quella per i dipendenti dello Stato (importo medio di 2mila e 350 euro), per i dipendenti degli enti locali (mille e 562), fino alle «superpensioni» delle categorie sanitarie (dove la media raggiunge addirittura i 5mila e 981 euro). Qualche differenza e qualche piccola sorpresa si riscontra anche confrontando le diverse categorie interne al settore privato. Gli ex dipendenti (25mila e 140) percepiscono un assegno di una media di mille e 255 euro al mese. Ancora più povero il trattamento per i 25mila e 481 autonomi: 948,45 euro. Nella miseria finirebbe poi, se potesse contare soltanto su un assegno Inps, chi ha svolto un’attività di collaboratore parasubordinato: 145 euro al mese meno le imposte, presenti perfino in questo caso. 

Ma i pensionati pistoiesi sono più o meno poveri dei loro vicini? Come detto, sono in media. L’importo medio mensile per gli ex lavoratori dipendenti è per esempio più basso a Lucca con 834,94 euro, più alto, ma non di molto, nella provincia fiorentina (964 euro) e in quella pratese (938). Il tutto – si noti ancora una volta – lordo.