"Pari e dispari", gran finale Con il miracolo femminista

Ieri la kermesse a Lo Spazio ha affascinato con la narrazione di Lidia Ravera. Il saluto della vice sindaco: "Sento la responsabilità nei confronti dei giovani"

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Per la prima volta mescolate al mondo, per la prima volta fuori dalla casa del padre, "non più condannate ai domiciliari: potevamo finalmente occuparci del mondo e il mondo si stava occupando di noi". Eccola la scintilla del ‘miracolo femminista’ innescata nel 1968, così nelle parole di Lidia Ravera, giornalista, autrice e sceneggiatrice che parlando di quegli anni ha aperto l’ultimo talk del festival dedicato alla parità di genere "Pari e dispari" ieri alla libreria Lo Spazio in un confronto generazionale tra ideali di lotta a difesa del genere e del femminismo in particolare. "Il ‘68 – racconta a ruota libera Ravera - avrebbe potuto essere femminista. Ma in realtà non lo è stato. Della donna si è occupato ancor meno di quanto non avesse fatto la politica del tempo. Eppure il ‘miracolo femminista’ è avvenuto, siamo tutte uscite di casa, abbiamo iniziato a fare politica. E fare politica nel ‘68 voleva dire altro e non fare carriera come oggi: era sognare in grande e lavorare sul piccolo, compulsivamente, coraggiosamente". Femminismo a tutto tondo, da quello delle battaglie degli anni Settanta appunto a quello di oggi, per Ravera più declinata sul ‘terzo tempo’, la vecchiaia, "una fase della vita e non un’attesa della morte, non un buco nero: hai solo più passato ma meno futuro", di cui si occupa l’ultimo libro nato, "Age pride" in uscita per Einaudi a febbraio 2023 da cui sarà tratto uno spettacolo teatrale.

"Lo sguardo delle donne non è uno sguardo marginale o gregario – continua la scrittrice e giornalista -. Proviamo a guardare da due punti di vista e forse riusciremo a prendere possesso della posizione eretta. Perché al momento siamo tutti in ginocchio". Il fiume in piena della narrazione e degli aneddoti scorre ancora nelle parole di Lidia Ravera, che ha fotografato una certa rassegnazione dilagante, pur nutrendo "grandi speranze verso le adolescenti". A salutare la scrittrice anche la vicesindaco Anna Maria Celesti, che ha sottolineato quanto forte sia "il senso della responsabilità che avverto nei confronti dei giovani di oggi, ai quali affidiamo un mondo in cui la parità è ancora lontana dall’esser raggiunta". A introdurre e moderare l’evento l’avvocata e consigliera provinciale di parità Chiara Mazzeo e la giornalista Cristina Privitera, caporedattrice de La Nazione di Firenze, che ha portato i saluti della direttrice dei giornali del gruppo Agnese Pini. Va dunque in archivio questa prima edizione del festival (patrocinato dalla Provincia di Pistoia e sostenuto da Fondazione ChiantiBanca), "con l’auspicio – è il pensiero degli organizzatori – che possa trattarsi della prima di una serie di altre edizioni".

l.m.