Palestre al palo. "In fumo migliaia di euro"

La riapertura delle strutture slitta ancora (almeno) fino al 5 marzo e le previsioni del settore sono nefaste dopo l’ennesimo rinvio

Operazioni di sanificazione all’interno della palestra di via dell’Olmo

Operazioni di sanificazione all’interno della palestra di via dell’Olmo

Pistoia, 17 gennaio 2021 - Le vasche riempite d’acqua, gli ambienti sanificati a regola d’arte, tutto confezionato per una riapertura che sembrava dovesse arrivare il 25 gennaio o, al più tardi, il primo giorno di febbraio. E invece no, le palestre ancora una volta fanno i conti coi continui tentennamenti governativi, colpite da una retromarcia che cancella via quelle timide ma vive aspettative: tutto resterà immobile ancora fino al 5 di marzo, salvo "promozioni" regionali da zona gialla a zona bianca.

Il colpo qui, dove il Covid si è fatto sentire più che altrove, è duro da incassare e questi giorni infinitamente lunghi che separano da un ritorno alla normalità sono l’occasione per snocciolare qualche numero, in un settore che nella nostra città impiega tra le 100 e le 150 persone.

«Sulle cinque palestre a marchio Universo, una di queste appunto a Pistoia, la perdita dovuta alla seconda chiusura Covid è stimabile attorno al milione di euro – spiegano per la palestra di via dell’Olmo Francesco Turi, Federica Meini e Lorenzo Bigoni –, comprensibile delle spese che avevano già effettuato nelle ultime settimane contando su una riapertura in tempi rapidi. Avevamo riempito la piscina, acquistato materiali extra per le sanificazioni, movimentato il personale per delle simulazioni di lavoro che ci consentissero di proporre ai clienti una formula mista con corsi in presenza e corsi a distanza su Zoom, lustrato i duemila metri quadri che ospitano la palestra. Siamo una realtà che propone 150 corsi a settimana, che impiega tra i 20 e i 30 istruttori: non ripartire fino al 5 marzo è per noi l’ennesima mazzata".

«A questo punto – dicono – spingeremo al massimo con l’on line, tentando di dirottare in virtuale tutto ciò che avremmo proposto in presenza, tranne com’è naturale lo spinning e le attività in acqua. Avevamo persino contattato gente nuova con l’idea di ripartire a gennaio e avevamo anche accolto delle adesioni. Ora, dopo l’ennesima giravolta, dovremmo dir loro che c’è ancora da attendere, con la speranza che non cambino idea. Non abbiamo chissà quale richiesta, vorremmo solo che chi ha potere di decidere facesse proiezioni più esatte anziché cambiare idea in continuazione".

Tra le opzioni iniziali c’era poi l’ipotesi di aprire le palestre per le sole lezioni individuali, eventualità poi scartata. Ed ecco che alla fine, come in un gioco dell’oca, si torna alla casella di partenza: chiusi. "Le lezioni individuali erano un’idea insensata – commenta Domenico D’Azzo, direttore commerciale H2Sport –: impensabile per noi rimettere in moto una struttura di queste proporzioni per sessioni di allenamento in solitaria. Nel momento in cui anche una sola manciata di persone rientra in struttura, tutto deve riaccendersi, dallo sport al commerciale, passando per quello dell’accoglienza. Sensato sarebbe stato invece pensare ad una riapertura destinata ai bambini, quello stesso tipo di utenza che con la scuola prosegue comunque una vita sociale ‘normale’".

«Adesso con il nuovo stop il conto dei mesi a serrande abbassate aumenta e il bilancio comincia ad essere pesante – aggiunge –. Ne paghiamo il prezzo, sì, ma questo, ci teniamo a dirlo, non pregiudicherà la prossima riapertura". Un altro capitolo poi che sarebbe opportuno affrontare, come sottolinea D’Azzo, è quello della liquidità: "Con la riapertura e la rimessa in funzione degli abbonamenti congelati, il rischio è che a marzo le palestre si trovino a dover far funzionare la struttura a pieno regime senza incassare un euro per mesi, finendo poi per chiudere. Far ripartire i voucher a settembre sarebbe il modo migliore per tutelare il credito dei clienti e dare respiro alle imprese".