Museo Marino Marini, parlano i due dipendenti licenziati

Intanto la Cgil annuncia che impugnerà i licenziamenti di fronte al giudice

da sinistra: Francesco Burchielli, Daniele Quiriconi (Cgil), Ambra Tuci

da sinistra: Francesco Burchielli, Daniele Quiriconi (Cgil), Ambra Tuci

Pistoia, 21 gennaio 2020 - Sconcerto e tanta amarezza negli occhi e nelle parole dei due licenziati dalla Fondazione Marino Marini di Pistoia, Ambra Tuci e Francesco Burchielli, che stamani nella sede della Cgil di Pistoia hanno incontrato i giornalisti, insieme al segretario provinciale della Camera del lavoro di Pistoia, Daniele Gioffredi e Luisella Brotini della Filcams Cgil.

La lettera di licenziamento per i due lavoratori del Museo Marino Marini di Pistoia, è arrivata lo scorso venerdì 17 gennaio, e come i due dipendenti hanno spiegato stamani nella sede della Cgil di Pistoia nel corso di una conferenza stampa, “non è stata una sorpresa”.

“Il licenziamento ce lo aspettavamo – spiega Ambra Tuci, che da venti anni di lavoro al Museo Marini - perché il clima era cambiato già da un anno. Prima eravamo in accordo, avevamo anche ottenuto dei riconoscimenti dal cda, ma poi improvvisamente è cambiato l'atteggiamento nei nostri confronti, è cambiato il clima, quindi è una cosa che avevamo in mente che potesse succedere”.

“Non è stato certo un bel momento – prosegue Tuci – perché insieme alla mia lettera so che vengono bloccati e chiusi, tutti i progetti a cui ho lavorato per anni con passione e questo non fa assolutamente piacere”. “E' arrivata una raccomandata – aggiunge Francesco Burchielli, l'altro dipendente licenziato – Avrei preferito che mi avessero guardato negli occhi e mi avessero detto che non ero più necessario, invece è arrivata una semplice lettera”. Il sindacato, intanto, annuncia il ricorso alle vie legali. “Ovviamente partiremo, com'è normale che sia, dal punto di vista legale – spiega Luisella Brotini (Filcams Cgil) -, con l'impugnazione dei licenziamenti e con tutte le motivazioni che riterremo opportune. Non ci fermeremo soltanto al ricorso legale, già i lavoratori hanno in animo di proclamare scioperi e stato d'agitazione”.

“La motivazione dei licenziamenti – afferma Daniele Gioffredi, segretario provinciale della Cgil di Pistoia – è assolutamente pretestuosa, strumentale, perché si licenziano intanto due persone e non è detto che arrivino altre lettere di licenziamento, dicendo che in attesa del ricorso al Tar con il blocco della Sovrintendenza rispetto al passaggio delle opere (da Pistoia alla Fondazione San Pancrazio di Firenze, ndr), sono costretti a fare il licenziamento. Questo sottintende che nel caso in cui o il sindacato o la città dessero il via libera al passaggio delle opere rientrerebbero anche questi licenziamenti, quindi per noi è un atteggiamento assolutamente inaccettabile”.

Patrizio Ceccarelli