"Non dimentichiamo i nostri morti"

Il consiglio comunale ha respinto la mozione sulla revoca alla cittadinanza onoraria a Mussolini. Interviene la segretaria dell’Anpi.

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Nel corso della seduta del consiglio comunale che si è tenuta giovedì sera, on line, è stata discussa la mozione del Centrosinistra per Serravalle sulla revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. La mozione è stata respinta. Sul caso interviene Luigia Caferri, segretaria della sezione dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. "Tale cittadinanza era stata imposta ai comuni italiani nel 1924 per ribadire il consenso al regime che si stava consolidando eliminando, anche fisicamente, gli oppositori come Giacomo Matteotti. Credo sia stata una scelta poco riflettuta perché offende tutti quei cittadini di Serravalle che fin dagli anni ‘20 furono costretti a emigrare essendo invisi al regime. Spesso furono perseguitati anche nei paesi dove avevano trovato rifugio i fratelli Alfredo e Luigi Agostini, Elide Bracali, i fratelli Giovanni e Guido Tasselli, solo per fare alcuni esempi.

"Chi rimase – prosegue Luigia Caferri – fu perseguitato dalla famigerata polizia segreta e molti, i cui parenti sono ancora vivi, perirono in scontri a fuoco contro fascisti e tedeschi come Chiti Rolando, Brunello Biagini, Giovanni Leporatti, Vincenzo Grazzini, Gironi Marcello, Giovanni Martini. Anche il capo partigiano Silvano Fedi trovò la morte a Montechiaro, località ai piedi di Vinacciano, grazie alle spie fasciste.

"Ricordiamo inoltre le leggi razziali, applicate anche nel nostro comune, che hanno portato nelle camere a gas ebrei che avevano trovato rifugio proprio a Serravalle, come le sorelle Elena e Margherita Ettelez, come la Famiglia Cittone, composta da 7 persone, sterminata nei lager e di cui si salvò solo una bambina di 12 anni che tutt’ora vive in Israele.

"Eppure Serravalle si ribellò a tanta disumanità: ci fu una resistenza diffusa su tutto il territorio, dalla piana alle colline. Tutto il borgo di Castellina – prosegue Luigia – aiutò i partigiani a nascondersi e tra questi ci fu il dottor Piperno, oncologo, che gli serbò riconoscenza tutta la vita. Tutto questo eroismo, coraggio, abnegazione, per darci la libertà e la democrazia, l’altra sera è stato rinnegato proprio da una istituzione della nostra Repubblica. Purtroppo l’Italia non ha mai fatto i conti con il fascismo che in certi periodi di crisi alcuni vorrebbero riproporre con prepotenza. Questo è il senso della revoca della cittadinanza onoraria a chi rese possibili tanti lutti.

"L’Anpi – conclude – continuerà a essere la coscienza critica della democrazia italiana e continuerà a ricordare e attualizzare i valori della Resistenza contro il nazifascismo e i suoi rigurgiti e che alcune forze politiche immemori, per mero calcolo elettorale, continuano a sottovalutare o, peggio, a sostenere e difendere".