"Noi lavoratori ’superflui’ del teatro"

Francesco Rotelli degli ’Omini’: "La pandemia dà l’occasione per chiedersi: ma in questo Paese la cultura che posto occupa?"

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Derubricati alla voce "superflui", come se ai lavoratori dello spettacolo – un comparto enorme, che non conta solo chi ci mette la faccia alla fine, davanti al pubblico – non spettasse uno straccio di diritto e per questo sacrificabili.

"La pandemia è quindi l’occasione per chiedersi: ma in questo Paese la cultura che posto occupa? Accanto al turismo? Oppure all’intrattenimento? Il fatto è che la cultura e con essa lo spettacolo sono anche queste due cose – commenta amareggiato Francesco Rotelli della compagnia teatrale pistoiese Gli Omini -. Ma sono molto di più e viaggiano al pari di una lezione di storia o di una di matematica. E fa male, davvero male, sentirsi negato questo ruolo quando in questo lavoro ci metti l’anima".

L’ennesimo ‘no’ a teatri e cinema sancito dall’ultimo decreto governativo mette a nudo definitivamente le debolezze del settore spettacolo, denuncia ancora Rotelli, "perché Covid o non Covid, paghiamo ora vent’anni di diritti negati. Una battaglia che possiamo condurre solo uniti, dimenticandoci le divisioni che da sempre caratterizzano il settore al suo interno".

Ci saranno dunque anche Gli Omini in piazza Santissima Annunziata domani a Firenze, raccolti assieme ai colleghi in una manifestazione regionale (in contemporanea in tutta Italia) con le sigle sindacali di categoria, per gridare l’ingiustizia di una decisione che ai più suona come ingiustificata.

"Sale cinema e teatri, i luoghi più controllati e controllabili della pandemia – prosegue Rotelli -: perché accanirsi e chiuderli? È avvilente essere trattati come futili passatempi o parentesi d’intrattenimento. Il teatro apre il pensiero, trasporta il pubblico in un’altra dimensione e non c’è momento migliore di quello che stiamo vivendo per lasciarsi andare all’immaginazione, stare bene. Cosa salva l’essere umano se non questo? Basta considerare le persone come dei soli consumatori".

C’è poi per Gli Omini lo spazio della Segheria, quel "buco spazio-culturale" aperto con tanto impegno e sacrificio in Sant’Agostino per dare libero sfogo al teatro in un contesto completamente autofinanziato, spazio questo in bilico proprio per l’impossibilità di portarvi dentro pubblico.

"L’estate è stata fortunatamente produttiva con tanti spettacoli in giro per l’Italia, rigorosamente all’aperto, ma l’inverno si prospetta tragico. E dire che sia io che Luca Zacchini (anche lui membro de Gli Omini, ndr) siamo fortunati perché stiamo lavorando ad un progetto del Gla, Gruppo lavoro artistico del Metastasio di Prato che ci terrà impegnati fino a maggio. Tanti, troppi colleghi sono fermi e lo resteranno ancora fino a data da destinarsi".

linda meoni