Studenti pistoiesi isolati a Malta: "Nessuna informazione, i giorni scorrono lenti"

Ancora i ragazzi non hanno ricevuto comunicazioni ufficiali dalle autorità sanitarie "Cerchiamo di distrarci, ma in questa situazione non si può essere sereni"

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"Speriamo che le due settimane di quarantena siano scattate il 12 luglio, ovvero da quando siamo in isolamento: non ci sembra giusto far partire il conteggio dal 14". Gli studenti pistoiesi bloccati a Malta continuano a vivere la permanenza forzata all’estero tra paura e incertezza, complice la poca chiarezza nelle comunicazioni e l’assenza di un documento ufficiale che attesti l’inizio della loro quarantena. "Stiamo bene, ma non abbiamo ricevuto aggiornamenti né dal tutor della Hermes Corporation né dalle autorità competenti – hanno raccontato ieri i tre ragazzi negativi – le giornate scorrono lentamente, cerchiamo di distrarci in qualche modo ma ovviamente non siamo sereni".

Anche i parenti dei ragazzi continuano a chiedere chiarezza, invano: "Abbiamo scritto a tutti i soggetti e alle autorità interessate ma nessuno ci ha dato delle risposte certe – ha ribadito, sempre ieri, la zia di uno degli studenti – la cosa più grave è che non sappiamo neppure quando è iniziata la loro quarantena. Nelle mail che ci siamo scambiati, inizialmente il dipartimento alla salute publica maltese aveva indicato il 26 luglio come data di fine dell’isolamento. Ma poi, quando gli abbiamo fatto notare che nessuno di loro era stato contattato dalle autorità sanitarie locali, né tantomeno aveva ricevuto comunicazioni ufficiali, non hanno più risposto. Invece il contact center governativo dedicato al Covid supponeva il 28 luglio come ultimo giorno e assicurava che comunque entro una settimana dal test sarebbe dovuta arrivare la Quarantine letter: insomma, non ci sono certezze".

Una gestione approssimativa di una situazione molto seria, considerando che sono coinvolti tre ragazzi minorenni e uno appena maggiorenne, ritrovatisi soli in un paese straniero: "E senza nessun tipo di assistenza, né sanitaria, né psicologica – ha denunciato la zia di uno di loro – la superficialità con cui è trattato il problema è evidente, basti ricordare che i tre ragazzi negativi sono stati costretti a condividere per due giorni lo stesso appartamento del compagno positivo senza che gli venisse fornita una diversa sistemazione, posizionando i materassi per terra nella cucina (foto), utilizzando il medesimo bagno e senza poter contare su un adeguato ricambio d’aria: tutto questo con un altissimo rischio per la loro salute". Una problematica, questa, successivamente risolta, si spera senza conseguenze. Con la speranza che - il 26 o al più tardi il 28 luglio, come sembra più probabile in base a quanto sostiene l’agenzia italiana che ha organizzato l’esperienza a Malta - l’odissea finisca: "Ce lo auguriamo davvero – hanno confidato i tre ragazzi negativi – anche se abbiamo un po’ di timore che al prossimo controllo qualcuno di noi risulti positivo, avendo trascorso due giorni nello stesso monolocale con il nostro compagno".

Compagno che, rimasto da solo nel primo appartamento, adesso sta bene: "Per i primi tre giorni ho avuto la febbre, ma mai oltre i 38 – aveva raccontato – le prime ore dopo aver ricevuto la notizia sono state le più dure, tra senso di smarrimento e un po’ di paura, poi le cose sono migliorate e adesso ho trovato il mio equilibrio. Grazie al Wi-Fi guardo film e serie TV, mi sento regolarmente con familiari e amici, ordino la spesa o il cibo pronto online. È chiaro che vorrei tornare il prima possibile". Tutti e quattro gli studenti pistoiesi del Fedi-Fermi bloccati sono volati all’estero per svolgere gli stage curricolari nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro, esperienza obbligatoria per tutti gli iscritti agli ultimi tre anni di scuola superiore. Purtroppo però in epoca Covid non è facile trovare aziende sul territorio disposte ad ospitare i ragazzi, così hanno assunto un grande interesse i progetti co-finanziati dalla Commissione Europea per quanto concerne il programma Erasmus+, che permettono agli studenti di effettuare l’esperienza formativa all’estero con un contributo che copre (e continua a coprire durante la quarantena) le spese dell’alloggio e il viaggio. Il vitto è invece a carico delle famiglie dei ragazzi.

Alessandro Benigni