Neonato muore in casa, lo strazio della famiglia: "Ridatecelo"

Inutili i tentativi di rianimarlo. Lo zio: "Gli altri fratellini non sanno niente. La mamma è sotto choc"

I soccorritori del 118 (foto di repertorio)

I soccorritori del 118 (foto di repertorio)

Pistoia, 14 novembre 2018 - LA CHIAMATA al 118 è arrivata alle 5.50 di ieri mattina. Quando i volontari sono arrivati nell’appartamento alla prima periferia della città, però, per il neonato, appena cinque giorni di vita, sembra che non ci fosse già più niente da fare. Per un’ora intera, il medico e gli infermieri del 118, insieme alla squadra d’emergenza inviata dalla Misericordia di Pistoia, hanno tentato di rianimare il piccolo. Inutilmente, i soccorritori hanno praticato il massaggio cardiaco sul corpicino ormai esanime. L’ultimo tentativo è stato quello di intubarlo: ma all’arrivo al pronto soccorso del San Jacopo, il suo cuore aveva già smesso di battere.

Una tragedia enorme ha squarciato, ieri mattina, la quiete di una famiglia pistoiese. In casa c’erano la mamma e gli altri tre fratellini. Sotto choc la donna, che non ha mai lasciato il suo piccolo, fino all’arrivo in ospedale. Ora sarà l’autopsia a chiarire gli ultimi dubbi su questa drammatica vicenda, probabilmente una morte in culla.

«Mia cognata era stata dimessa da un giorno appena e tutto andava bene», ci racconta lo zio paterno del bimbo, che incontriamo davanti casa. Nel quartiere c’è un silenzio attonito, affacciati al balcone dell’appartamento al primo piano ci sono parenti e amici: tutti si sono stretti attorno al dolore di questa giovane mamma.

«Non ci hanno fatto vedere il bambino – spiega ancora lo zio – Dicono che prima dell’autopsia non potranno darci risposte. Ma qui c’è una tragedia nella tragedia. Ci sono tre fratellini, che sono stati lasciati a casa, e che non sanno ancora niente. La mamma non ha avuto la forza di parlarci. Ha detto loro che il fratellino, appena nato, si è sentito male e che per questo è stato portato in ospedale. In questo momento più che mai, c’è bisogno della presenza del babbo, che però è detenuto nel carcere di Santa Caterina e non ha ancora ottenuto il permesso per uscire. Davanti a un dolore così grande, questa è l’ennesima ingiustizia. Quanto ci vuole, io mi chiedo, ad avere un permesso per un lutto improvviso di questo tipo? Un figlio appena nato è morto, e nessuno sa il perché: figuriamoci che cosa sta provando mio fratello in questo momento».

In una nota diffusa ieri, l’Azienda Usl Toscana Centro chiarisce che all’arrivo del neonato al San Jacopo, i medici non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Il bimbo era nato l’8 novembre e, dopo un decorso clinico regolare, lunedì era stato dimesso. Ieri sarebbe dovuto tornare nel reparto pediatrico per il controllo del peso. L’Azienda ha avviato le procedure previste per questi casi, per accertare le cause del decesso.