Nella comunità degli Elfi è nata una bimba

Domenica sera la madre è stata soccorsa nei boschi della Limentra. Il parto in ospedale, dopo aver scelto di non seguire la tradizione

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Un parto quasi ‘volante’ a Sambuca Pistoiese, protagonista Leila, una giovane appartenente alla comunità degli Elfi di stanza, ormai di più di 40 anni, nella Valle della Limentra, a fianco della S.S. 64 Porrettana. Comunità raggiungibile, con qualche difficoltà e sufficienti energie nelle gambe, dall’abitato di San Pellegrino al Cassero. In un primo momento la donna aveva deciso di partorire in casa, usanza consolidata nella Comunità, poi il timore di qualche complicazione difficile da gestire ha indotto il compagno ad attivare il 118 e conseguentemente i soccorritori che l’hanno trasferita in elicottero all’ospedale San Jacopo di Pistoia, dove il lieto evento è andato a buon fine. E’ nata una bimba, si chiama Ariel e mamma e piccola stanno bene.

La decisione della madre di partorire in casa affonda le radici in una tradizione consolidata tra gli Elfi già dai primi anni ’80 e che risulta aver dato buoni risultati. In una bella pubblicazione di prossima uscita, Mario Cecchi, che del mondo degli Elfi è affascinante testimone, racconta in modo tanto puntuale quanto suggestivo, il momento del parto "elfico" e i tempi che lo precedono. Tutto avviene in modo naturale, facendo perno sull’energia sprigionata dalla magia del momento, sulla capacità di gestire la respirazione, sull’intimità del momento. Tutto deve avvenire al riparo da elementi esterni che possano inquinare la scena, tra cui: un "nido" caldo e scuro, poco luminoso per favorire gli equilibri ormonali in atto, il silenzio, condizione necessaria a mantenere la naturale serenità per tenere da parte il cervello razionale.

Date queste condizioni il parto avviene con tutta la sua magica suggestione all’interno della bolla d’amore ed energia che lega i due protagonisti: mamma e bambino o bambina che sia. Non si nega l’importanza della presenza di persone care ma, queste devono essere consapevoli del loro ruolo di comprimari e non interferire nel naturale svolgersi del parto.

Tutto questo senza negarsi, quando ce ne sia la necessità, il ricorso alla medicina tradizionale. La statistica non dà torto a questa scelta etica, infatti da quarant’anni a questa parte le nascite sono state numerose e l’esito fausto. Tornando a quanto avvenuto nel caso di Leila e della sua bambina, la centrale del 118 ha allertato attorno alle 16,45 Sast, Sagf, Vigili del Fuoco, Pegaso e Pubblica Assistenza di Sambuca, che recatisi sul posto hanno provveduto al ricovero della partoriente, dopo averla portata a bordo dell’elicottero tramite il verricello, operazione mai fatta prima con una partoriente ma condotta con l’abituale professionalità, prova ne sia il buon esito finale, operazione conclusa alle 19,15 con la soddisfazione, anche, dei soccorritori che non hanno negato l’emozione di una prima volta tutt’altro che ordinaria.

Andrea Nannini