Musei: Schmidt: "Le opere di Marino Marini restino a Pistoia"

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi ha visitato stamani il museo pistoiese dedicato al grande maestro pistoiese. «Giustissimo il vincolo della Soprintendenza»

Schmidt durante una visita al museo Marino Marini di Pistoia (foto Acerboni/Castellani)

Schmidt durante una visita al museo Marino Marini di Pistoia (foto Acerboni/Castellani)

Pistoia, 28 febbraio 2020 - «Il Museo Marino Marini deve rimanere a Pistoia, fa parte del tessuto culturale della città». Lo ha detto il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, stamani a Pistoia per la presentazione del Festival del Giallo. Schmidt è stato accompagnato dal sindaco Alessandro Tomasi a visitare il museo.

«Il Museo Marino Marini è uno dei grandi fari, uno dei punti più alti della cultura di Pistoia e dell'arte territoriale italiana – ha detto Schmidt - In questi anni, nei quali Pistoia sta lavorando per diventare sempre di più un centro dell'arte del '900 e contemporanea, sarebbe un'assurdità portare via, per spostarli altrove, i capolavori di Marino, grandissimo artista tra l'altro proprio pistoiese. È inoltre necessario conservare l'archivio di Marini nella sua integrità insieme alle sue opere».

Per Schmidt è «giustissimo il vincolo posto dalla Soprintendenza» sulle opere «ed è fondamentale che le opere di Marino Marini che sono a Pistoia, dove tra l'altro svolgono un importante ruolo di attrattore culturale a Pistoia restino, anzi devono essere valorizzate ancora di più». Per il direttore delle Gallerie degli Uffizi, quella per mantenere i capolavori di Marino Marini a Pistoia «è una battaglia doverosa, che non si può non combattere e alla quale diamo una mano più che volentieri. Strappare le opere di Marino dal museo che porta il suo nome, dove esse dialogano naturalmente con gli affreschi del palazzo storico del Tau in cui sono accolte, è una barbarie paragonabile ai furti d'arte perpetrati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, dei quali stamani abbiamo parlato durante l'inaugurazione del Festival del Giallo: cioè niente di meno che campagne di spoliazione dei territori delle loro opere con l'obiettivo di concentrarle in un solo luogo». 

Pa.Ce.