Multiutility, causa contro il Comune Per Acea c’è diritto di prelazione

Il partner privato ha puntato il dito contro il passaggio delle quote di Publiacqua alla neo società. L’assessore Semplici rassicura: "Si tratta di un’azione legale pretestuosa, non ci sono cavilli possibili". .

Non è ancora nato il consiglio di amministrazione della neo Multiutility della Toscana che scattano già le prime grane, per il Comune di Pistoia, per il passaggio di quote di Publiacqua (3,95 per cento) alla neo società. Acea, partner privato del gestore del servizio idrico, avrebbe chiamato in causa legale il Comune proprio per il metodo di cessione delle quote alla Multiutility. In pratica il privato sosterrebbe di avere il diritto di prelazione su quelle stesse quote. Per l’assessore al bilancio Margherita Semplici tutto questo però rappresenterebbe un non problema sia per la neo Multiutility sia per il Comune di Pistoia. "Una volta chiamati in causa da Acea abbiamo verificato il passaggio notarile compiuto nel 2022 – spiega l’assessore – E secondo noi non ci sono assolutamente cavilli a cui appigliarsi anzi è tutto in regola. Crediamo sia un’azione legale pretestuosa. Comunque, se il contenzioso dovesse diventare radicato, e il giudice volesse dare ragione ad Acea, ciò non cambierebbe la situazione attuale, si tratta comunque di corrispondere il medesimo prezzo delle azioni e quindi nessuna perdita economica né problemi sull’attuale assetto societario della Multiutility".

Insomma era chiaro che un’operazione del genere avrebbe portato malcontento soprattutto alla luce delle "poltrone" in ballo che si affideranno a metà giugno quando appunto verrà formato il neo consiglio di amministrazione. Intanto quel che è certo è che a Pistoia arriveranno un milione e mezzo di euro di utili, una cifra già preventivata in bilancio. "Sapevamo che sarebbero arrivati questi soldi e sono già stati previsti a copertura del bilancio – commenta l’assessore – Non ci sono risorse in più di quelle previste". Intanto a Pistoia continuerà la battaglia dei Comitati per dire no alla nuova società che si occuperà dei servizi alla cittadinanza. Sono già state depositate 1400 firme per chiedere il referendum proprio alla Multiutility e alla previsione di quotazione in borsa.

"Questa richiesta di referendum – hanno sempre sottolineato i comitati civici impegnati – è un pezzo importante della battaglia contro la privatizzazione e la finanziarizzazione della gestione di servizi pubblici che entrano nella vita quotidiana dei cittadini, che va a colpire un punto, già contestato più volte anche da dieci sindaci delle province coinvolte, dell’operazione voluta fortemente dai primi cittadini di Firenze, Prato ed Empoli, ma alla quale hanno aderito la maggioranza dei sindaci delle province interessate".

M.M.