Emporio solidale in crisi per la bolletta record

L’energia elettrica che serve per i frigoriferi e l’aria condizionata è salita a 4mila euro da una media di 1.400. Pesano anche i rincari dell’olio

Alessandro Vivarelli, responsabile dell’Emporio della solidarietà in via Ferraris

Alessandro Vivarelli, responsabile dell’Emporio della solidarietà in via Ferraris

Pistoia, 3 settembre 2022 - Il caro bollette rischia di mandare in tilt una rete di servizi che in Toscana è assolutamente preziosa, quella del terzo settore, di chi aiuta gli altri, le fasce più deboli e bisognose della popolazione. Come sarà possibile fare fronte alle richieste esterne quando questi stessi enti devono fare i conti con bollette da capogiro? Come fare quando arriva una bolletta da quasi 4mila euro di consumo di energia elettrica da pagare?

È quanto accaduto all’Emporio della solidarietà di Sant’Agostino, gestito dalla fondazione Sant’Atto della Diocesi di Pistoia, che nell’ultimo mese si è visto recapitare una bolletta per il consumo di energia elettrica da ben 3.900 euro. Una cifra esorbitante se si pensa che le precedenti bollette si attestavano su una spesa compresa tra i 1300 e i 1500 euro.

"Il costo dell’elettricità in bolletta è più che raddoppiato e questa non è che la prima bolletta, anche le prossime saranno così – sottolinea Marcello Suppressa, presidente della Caritas diocesana –. L’Emporio, che fornisce beni alimentari gratuiti alle famiglie in difficoltà segnalate dai centri di ascolto parrocchiali, dai centri di ascolto della Caritas diocesana, della Misericordia e dai servizi sociali del Comune di Pistoia, funziona come un vero e proprio supermercato. Abbiamo le celle frigorifere e l’impianto di aria condizionata per non far deperire il cibo. Tenere tutto acceso ha un costo, che adesso ha raggiunto picchi mai immaginati prima".

In un periodo in cui il costo dell’energia, del carburante e di conseguenza della produzione di qualsiasi bene, anche alimentare, è aumentato non sempre è facile riuscire ad aiutare il prossimo.

"I beni dell’Emporio, alimentari, di prima necessità e per l’igiene della casa e della persona, in buona parte arrivano gratuitamente, ma non è sufficiente – fa sapere Alessandro Vivarelli, responsabile dell’Emporio della solidarietà in via Ferraris –. Perciò organizziamo raccolte alimentari nei supermercati, ma qualcosa lo dobbiamo anche comprare e tutto oggi costa di più. Un litro di olio di semi da 1,20 euro è passato a 2,80, l’olio di oliva da 4 euro è arrivato a costare almeno 4,8 euro al litro, solo per fare alcuni esempi. Aiutiamo circa 800 famiglie ogni mese arrivando a distribuire 22 o 23 tonnellate di beni...".

A destare preoccupazione sono anche le bollette per la fornitura di gas in arrivo con i mesi invernali. "Le tariffe sono già aumentate – aggiunge Suppressa – e le richieste di aiuto al centro di ascolto Caritas sono in aumento. Cercheremo di far fronte a quante più richieste possibile, ma al momento la nostra preoccupazione per il periodo invernale è doppia. Da un lato per la tenuta sociale delle famiglie, perché chi non ha un lavoro o chi lavora ma può contare sulle stesse entrate di sempre non potrà certo far fronte agli aumenti in arrivo. Dall’altro ci poniamo il problema della sostenibilità della nostra realtà, perché sono in arrivo ‘bollette salate’ anche per il centro d’ascolto, la mensa, i dormitori e l’Emporio appunto".

La tensione sulle famiglie dovuta alla pandemia, che si era appena allentata per il calo dei casi di coronavirus, sembra destinata a tornare a causa del caro bollette. I dati che analizzano il primo trimestre del 2022 della Caritas diocesana evidenziano un leggero calo nel numero di famiglie assistite rispetto allo stesso periodo del 2021 (si parla di 1824 famiglie e di circa 5mila persone).

L’Emporio assiste dalle 700 alle 800 famiglie ogni mese (nello stesso periodo dello scorso anno erano invece 645). La mensa ha distribuito 14mila pasti da gennaio a giugno di quest’anno. Numeri che con ogni probabilità saranno destinati a salire nei prossimi mesi. Il problema è che i rincari dell’energia stanno mettendo in grave difficoltà anche tutti gli enti che fanno del bene, quindi la speculazione picchia duro su chi è già in difficoltà. Anche per la Caritas pagare tre volte l’energia elettrica è un salasso, esattamente come per tanti imprenditori che sono costretti a decidere se aumentare i prezzi o caricarsi interamente il peso dei rincari. E purtroppo non manca nemmeno chi ha dovuto chiudere.