Massacrata in casa, ci sono otto indagati

Montecatini: inchiesta sul delitto del 2008 riaperta grazie agli articoli della ‘Nazione’

Un’immagine dei primi rilievi dopo il delitto (Goiorani)

Un’immagine dei primi rilievi dopo il delitto (Goiorani)

Pistoia, 20 aprile 2019 - Una morte orribile. Colpita ripetutamente con un oggetto tagliente al collo, all’addome e al torace, ma senza che la lama perforasse alcun organo vitale, quasi a voler provocare una lenta agonia. Ma da quelle innumerevoli ferite, la perdita di sangue fu copiosa e Isabel Christina Macarthy morì dissanguata, dopo aver ingaggiato una lotta strenua con il suo assassino, o la sua assassina, che durante quella che fu, sicuramente, una violenta colluttazione, la prese anche a morsi e poi uscì di casa con l’arma del delitto.

Questo accadeva esattamente undici anni fa, il pomeriggio del 19 aprile 2008. Il corpo senza vita di Isabel, che aveva 46 anni ed era brasiliana, fu trovato però soltanto il giorno dopo, dalla polizia, in via Marconi, a Montecatini, nell’appartamento dove la donna viveva e ricevava i suoi clienti. A chiamare il 113 furono gli amici di Isabel, preoccupati perché non rispondeva, né al telefono, né al campanello. Le indagini, che furono lunghe e accurate, non consentirono agli investigatori di raccogliere elementi tali da inchiodare il suo assassino, o la sua assassina, e oggi, a undici anni da quei tragici fatti, c’è una rosa di otto persone che sono, tuttora, indagate. Si tratta di tre clienti della donna (due di Montecatini e uno di Lucca) e di cinque prostitute: una dominicana, due romene e due brasiliane che sarebbero domiciliate tra la Valdinievole, l’area pratese ed empolese e due delle quali sarebbero da tempo irreperibili.

La procura di Pistoia aveva chiesto l’archiviazione di questo caso, sul quale l’attenzione del nostro giornale è stata costante e che potrebbe aver avuto un peso sulla riapertura delle indagini, con un supplemento deciso dal giudice per le indagini preliminari. Un’ultima carta da giocare grazie alla possibilità di più sofisticate analisi, affidate ai Ris di Roma, di alcuni reperti, ritenuti interessanti: una traccia di sangue, le impronte dei denti sul corpo di Isabel e anche l’impronta di una scarpa, soprattutto quella, un’impronta piccola, che potrebbe essere appartenuta anche a una donna. I clienti furono i primi a essere indagati, le colleghe di Isabel sono state tutte iscritte alcuni anni dopo, nel 2014. La pista femminile è tutt’altro che abbandonata: le donne indagate, secondo l’ipotesi investigativa, avevano avuto conflitti con la vittima. A mettere, dopo tanti anni, un punto fermo, anche per escludere la responsabilità di chi è indagato, sarà l’incidente probatorio. Saranno confrontati il dna rilevato dalle tracce organiche, le impronte delle arcate dentali e podaliche delle persone tuttora indagate per l’omicidio di Isabel. C’è anche la data per questo accertamento irripetibile, il 15 maggio prossimo, giorno in cui tutti gli indagati, con i loro eventuali periti, sono convocati in tribunale.