Strade senza marciapiedi: "Un pericolo per i pedoni"

Da Porta al Borgo al Viale Adua, lo slalom indicato dai cittadini, che protestano: "Ci vorrebbero lavori e manutenzione"

Paolo, in via Bellaria (Foto Castellani)

Paolo, in via Bellaria (Foto Castellani)

Pistoia, 16 marzo 2018 - «Gentile redazione, vi scrivo per porre l’attenzione del vostro giornale su una difficoltà che come padre riscontro ogni giorno portando fuori mio figlio di pochi mesi con il passeggino. Nella parte di città dove io abito quella che va da via Bellaria e Porta al Borgo in direzione centro, i marciapiedi praticamente non ci sono e dove presenti, purtroppo, sono spesso piccoli e sprovvisti di sali e scendi. Stesso discorso per il viale Adua che risulta clamorosamente privo di un percorso riservato ai pedoni ed è veramente pericoloso per la nostra incolumità. Vivo a Pistoia da pochi mesi e sinceramente credevo fosse una città a misura di pedone e di bambini ma non è così.  Non è proprio una situazione in cui star tranquilli. Talvolta poi l’inciviltà degli automobilisti fa il resto occupando anche spazi che dovrebbero consentire il passaggio dei pedoni. Inoltre, Pistoia non è oggi una città a misura di un diversamente abile che non potrebbe usufruire dei marciapiedi e questo, nel 2018, mi sembra grave».

Partendo da questa segnalazione del cittadino-cronista Mattia Fibbi siamo andati a verificare lo stato attuale di alcuni punti indicati, cercando di capire come riesce a muoversi (o a non muoversi) un pedone in determinati tratti cittadini. La parte nord di Viale Adua che da Capostrada arriva fino al ponte del viale Europa rimane da anni il tratto più critico: «Camminare sul ciglio non è per niente sicuro e dico ciglio perché il marciapiede non esiste – racconta Valentina – sono mamma e immaginatevi com’è spostarsi con un passeggino gemellare. Se ti sporgi verso la strada rischi di essere travolta. Prima lavoravo al distributore qua vicino e l’unico pezzetto di marciapiede era quello lì davanti. Ci sono punti sterrati e altri con quel che rimane del cemento. Serve una pista ciclabile a modo per esempio, ci sarebbe davvero da lavorare per far tornare vivibile questa zona».

Irene, che lavora in quel tratto di viale Adua conferma la situazione disastrosa: «Per un pedone non è possibile fare pochi metri senza inciampare. Le buche a bordo strada sono delle volte enormi e in questo tratto la pista ciclabile ci sarebbe anche ma non essendoci marciapiedi, i pedoni camminano sulla ciclabile e i pochi ciclisti sono costretti a spostarsi nella carreggiata».

Anche Emanuela aggiunge che muoversi magari con le borse della spesa o anche raggiungere a piedi il forno di Capostrada è una sfida: «Spesso sono inciampata in qualche buca o rialzamento di quello che ormai non si può chiamare marciapiede». «Questa dovrebbe essere la ciclabile ma se guardate in che condizioni versa sembra tutt’altro. Sono dodici anni che abito in questa zona – spiega Paolo (foto in alto) – anche se sono originario di Prato e lì le piste ciclabili sono un’altra storia. Tra cassonetti, auto in sosta e alberi una parte del viale non è adatta alla ciclabile e sull’altro lato, dove il posto ci sarebbe, è preda dell’incuria e in alcuni punti del fango. E’ un percorso ad ostacoli per pedoni e ciclisti».

Situazione leggermente diversa invece in via Bellaria, zona residenziale, dove il punto più critico è all’inizio. Qui il marciapiede è assente e riappare in un piccolo tratto davanti all’ufficio postale, continuando in maniera intervallata verso la fine di via Bellaria dove, all’incrocio con via dello Specchio, si ricongiunge ad un marciapiede fruibile.