"Mai vista un’apocalisse così Abbiamo salvato intere famiglie Al buio sui gommoni, un’impresa"

Il racconto di Stefano Meoni, volontario del Nucleo soccorso alluvionale della Misericordia di Quarrata "Non dimenticherò lo stupore di un bambino che ha remato con noi: per lui è stata un’avventura".

"Mai vista un’apocalisse così  Abbiamo salvato intere famiglie   Al buio sui gommoni, un’impresa"

"Mai vista un’apocalisse così Abbiamo salvato intere famiglie Al buio sui gommoni, un’impresa"

"L’ostacolo più grande? Il buio. Guidare il gommone per chilometri senza punti di riferimenti". E’ uno dei tanti flash su cui si sofferma Stefano Meoni, volontario esperto della Misericordia di Quarrata, del Nucleo specializzato nel soccorso alluvionale (uno dei pochi nella Regione), appena rientrato dalle zone della Romagna colpite dall’alluvione. "La nostra squadra è rientrata giovedì notte – racconta – sono stati giorni intensi per tutti. Avevo operato mille volte in casi simili, ma mai avevo visto una cosa così devastante, per intensità ed estensione. Qui sono coinvolte quattro province, una zona enorme, invasa da metri e metri di acqua". L’intervento dei volontari della Misericordia si è concentrato nella evacuazione delle persone dalle case a rischio. Intere famiglie portate in salvo sui gommoni, di notte, accompagnate sulla terraferma, da dove poi sono state condotte nei centri di accoglienza, come al palazzetto dello sport di Forlì.

"C’erano famiglie scappate dalle proprie case dai piani bassi, che hanno trovato accoglienza nelle case dei vicini, ai piani superiori", racconta Meoni. "Una di queste mi ha colpito. Erano in sette. La nonna anziana, che era allettata, è stata soccorsa dall’elicottero dei vigili del fuoco, che l’hanno portata in ospedale. Padre, madre e figli erano stati ospitati dai vicini di casa. Una situazione drammatica. Eppure, non dimenticherò l’eccitazione e lo stupore del più piccolo dei bambini, sette anni, che era emozionato di indossare il giubbotto salvagente e salire sul gommone. Per lui è stata un’avventura. E nostro dovere era non trasmettergli nessuna paura: abbiamo lasciato che prendesse i remi e ci aiutasse per un piccolo tratto. Anche nella drammaticità di quelle ore, quel bambino mi ha restituito il sorriso".

In operazioni del genere la preparazione è importante, come ci spiega Meoni. "Noi utilizziamo gommoni da rafting e idrocostumi, perché in casi come questo, non si sa cosa può esserci nell’acqua: gasolio, sostanze acide". Poco tempo per riposare e massima concentrazione, anche quando nel percorso a piedi, trasportando i gommoni, si incontravano persone che chiedevano aiuto. "In queste operazioni, bisogna rispettare anche i tempi, organizzare i soccorsi, e segnalare le criticità che si incontrano alle squadre dei vigili del fuoco". Una corsa contro il tempo, per salvare vite umane.

Martina Vacca