Luana, ultima verifica sull’orditoio E la perizia ora slitta di un mese

Il tecnico incaricato dalla procura di effettuare gli accertamenti in azienda ha richiesto più tempo. La relazione arriverà sulla scrivania degli inquirenti non prima di agosto invece che questa settimana

Una proroga di trenta giorni: è la richiesta presentata (ed accettata) alla procura dal perito Carlo Gini, impegnato ieri mattina nell’ultimo sopralluogo nell’orditura dove il 3 maggio scorso è morta la giovane Luana D’Orazio. L’ingegnere, a cui è stata affidata la perizia da parte della procura, che sta indagando sulla tragica fine dell’operaia 22enne con il sostituto Vincenzo Nitti, si è recato ieri mattina insieme ai periti delle parti civili nell’azienda di via Garigliano, l’Orditura, per condurre quelli che dovrebbero essere gli ultimi accertamenti sul macchinario ancora sotto sequestro.

Dunque, l’atteso documento non arriverà sulla scrivania del procuratore Giuseppe Nicolosi e del sostituto Nitti entro l’11 luglio, come previsto in partenza. Si dovranno attendere almeno i primi giorni di agosto perché la relazione del perito possa finire nelle mani dei magistrati. Gli accertamenti sono iniziati alle 10 di ieri mattina: insieme a Gini anche i periti che rappresentano la famiglia dell’operaia rimasta uccisa nel macchinario e dei tre indagati, la titolare Luana Coppini, il marito di lei Daniele Faggi, considerato il gestore di fatto (entrambi difesi dagli avvocati Alberto Rocca e Barbara Mercuri) e il tecnico manutentore Mario Cusimano (assistito dall’avvocato Melissa Stefanacci). I reati contestati sono omicidio colposo e omissione e rimozione dolosa delle cautele antinfortunistiche. Il perito, considerata la complessità dell’indagine, ha fatto richiesta di proroga.

Il sopralluogo sull’orditoio al quale lavorava la ventiduenne, madre di un bambino di 5 anni, giunge a pochi giorni dal compleanno della ragazza, celebrato con uno speciale omaggio dei familiari, del fidanzato e degli amici. Un ulteriore approfondimento con il quale l’esperto incaricato dalla procura intenderebbe verificare la corrispondenza fra il software usato dai tecnici della casa costruttrice tedesca per decifrare i codici alfanumerici e quello installato sul macchinario che li ha registrati.

Secondo le prime indiscrezioni, le verifiche condotte fino ad oggi avvolorerebbero le ipotesi avanzate e i riscontri effettuati sull’orditoio.

Il che significa che ci sarebbe stata la manomissione del quadro dei comandi, consentendo al macchinario tessile di lavorare lo stesso con la saracinesca di protezione alzata. Non solo: i dati emersi dallo studio della memoria della scatola nera dell’orditoio rileverebbero che, al momento dell’infortunio mortale che è costato la vita a Luana, lavorava in modalità automatica.

Sa.Be.