La rabbia di Montale. Argine ancora aperto: "Una terza inondazione sarebbe la nostra fine"

La protesta dei residenti di via Alfieri e via Mattei ieri in municipio "Ci hanno abbandonati, senza portarci nemmeno i sacchi di sabbia. Ora bisogna intervenire anche con l’esercito. E poi ripulire i rifiuti".

La rabbia di Montale. Argine ancora aperto: "Una terza inondazione sarebbe la nostra fine"

La rabbia di Montale. Argine ancora aperto: "Una terza inondazione sarebbe la nostra fine"

Ieri mattina un gruppo di residenti di via Alfieri e via Enrico Mattei le due strade più colpite dall’alluvione, sono andati in municipio, tutti insieme, per spiegare quanto sia drammatica la loro situazione e per avere risposte dai rappresentanti delle istituzioni. I volti sono tirati, il morale logorato da quattro giorni e quattro notti di paura e di tensione. Una giovane mamma non riesce a trattenere le lacrime. Ci sono famiglie che hanno in casa anziani, bambini, disabili e che sono stati costretti ad andar via, da parenti e amici. La loro non è una protesta ma è una civile richiesta di aiuto, perché nella terribile notte tra giovedì e venerdì e anche nei giorni successivi non hanno affatto sentito la vicinanza delle istituzioni. "Ci hanno abbandonati – dicono – non ci hanno nemmeno portato i sacchi di sabbia, ce li siamo dovuti procurare da soli, dicevano di andarli a prendere quando la strada era allagata e non potevamo uscire di casa". In via Enrico Mattei abitano cinque famiglie le cui abitazioni sono ancora invase dall’acqua. Le loro case si trovano nell’area direttamente investita dalla piena del torrente Agna dopo la rottura dell’argine. Hanno lasciato tutti la loro abitazione trovando ricovero presso conoscenti e parenti. In via Alfieri, una strada molto popolata a sud della linea ferroviaria ci sono state due inondazioni, la prima giovedì sera e la seconda domenica sera. In mezzo due giornate di lavoro per ripulire e spostare nella strada le cose da gettare via, una dura fatica resa vana dalla seconda ondata di piena che ha riportato i rifiuti nelle case e ha gettato i residenti nella disperazione. Ora, se non viene chiuso l’argine sull’Agna, in via Alfieri temono una terza inondazione se il tempo dovesse peggiorare nei prossimi giorni. La prima richiesta è che venga chiusa la frattura nell’argine dell’Agna.

"Siamo preoccupati per le previsioni dei prossimi giorni – dicono – se viene un’altra perturbazione noi finiremo di nuovo investiti dall’acqua del torrente. Non comprendiamo perché ci voglia così tanto a riparare quell’argine, perché non ci sia stato un intervento in forze magari anche con l’esercito data l’urgenza della situazione". La seconda richiesta, specialmente dalla via Alfieri, è l’organizzazione in tempi e in modi rapidi della massa di rifiuti che si stanno accumulando nella strada, fuori dalle abitazioni. "Ci hanno detto di mettere la roba fuori – fanno presente i residenti – ma ancora non è passato nessuno a caricarla e tra poco la carreggiata si restringerà al punto da non poterci passare neanche". Ieri mattina in via Alfieri, appena l’acqua se n’è andata, i residenti si sono rimessi al lavoro, molti di loro si sono impegnati a ripulire un fosso che è una delle cause degli allagamenti. "Facciamo da soli – dicono – con i mezzi che abbiamo". "Noi abbiamo bisogno che ci levino l’acqua dalle case – dicono i residenti di via Enrico Mattei – se non la levano ci resterà chissà per quanto tempo". Le loro sono un gruppo di case circondate dai campi che fin da giovedì sera sono diventati un lago che ha sommerso anche la vicina via Tobagi, la strada che porta all’inceneritore.

Giacomo Bini