La Pietra trionfa in tutti i comuni E ora punta a un ruolo nel governo

Il senatore pistoiese potrebbe diventare sottosegretario. "Il primo obiettivo è la legge sul vivaismo"

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L’espressione più chiara della vittoria di Fratelli d’Italia sul territorio è senza dubbio quella di Patrizio La Pietra. Il senatore uscente, 61 anni, era pressoché sicuro della rielezione, in quanto anche capolista nel listino proporzionale di Fdi. Una blindatura, segno di grande considerazione ai vertici nazionali, che però si è rivelata del tutto superflua, visto che l’esponente pistoiese ha sbaragliato la concorrenza all’uninominale raccogliendo quasi il 38% dei consensi in città e il 44,2% nel collegio. Insomma, dopo l’exploit di 5 anni fa, La Pietra ha saputo confermare e ampliare il proprio gradimento tra gli elettori. E adesso può aspirare, legittimamente, anche a qualcosa di più. Circolano già voci che potrebbe ambire ad un posto da sottosegretario.

Senatore, si aspettava un successo così travolgente?

"I sondaggi indicavano una tendenza positiva, è vero, ma raggiungere il 26% a livello nazionale è davvero un risultato eclatante. Personalmente poi sono estremamente soddisfatto, perché concorrere all’uninominale ha rappresentato per me un’ulteriore sfida e averla superata in questi termini, vincendo in tutti i comuni del collegio con percentuali superiori a quelle regionali e nazionali, è il premio per il lavoro svolto sul territorio".

Si può dire che l’esperienza pistoiese, con il doppio mandato di governo, sia stata paradigmatica?

"Indubbiamente ci sono delle analogie. Il successo di Pistoia è stato costruito nel tempo: Tomasi ha lavorato per anni all’opposizione, per poi superare a pieni voti la prova dell’amministrazione. Lo stesso ha fatto Meloni a livello nazionale, partendo da percentuali da prefisso ma facendo sempre un’opposizione costruttiva, mai demagogica. Un percorso fatto di coerenza e credibilità che alla lunga ha pagato".

Quali sono le priorità sul territorio pistoiese?

"Agricoltura e florovivaismo sono settori strategici per la provincia: c’è bisogno di una legge-quadro e m’impegnerò al massimo per portarla a casa. E poi sviluppo e infrastrutture: occorre sbloccare l’immobilismo regionale e sciogliere i nodi terza corsia, tirrenica e Fi-Pi-Li".

E su quello pratese?

"Premesse le analoghe necessità a livello infrastrutturale, a Prato c’è la necessità di strutturare un piano per il rilancio del distretto tessile con due direttrici principali: l’aspetto energetico da una parte e quello relativo allo smaltimento dei rifiuti dall’altro".

Ha detto che le piacciono le sfide. Quali sono le prossime? "A livello locale l’ottimo risultato raggiunto in termini di rappresentanza, in particolare nell’area metropolitana, ci dà slancio per la corsa alla Regione nel 2025. Sappiamo di dover lavorare molto, ma siamo pronti a impegnarci a fondo con questa prospettiva. E Tomasi potrebbe essere un profilo spendibile per raggiungere questo obiettivo, anche se è prematuro parlarne. A livello personale, invece, sono davvero felice di essere tornato in Senato. Se poi il partito ritenesse opportuno affidarmi un ruolo di maggior responsabilità, non mi tirerò certo indietro".

Alessandro Benigni