Invasione di storni su Montale e Agliana e nella piana da Montemurlo a Pistoia est. Milioni di uccelli di color nero lucido si affollano sui tetti, tappezzano l’intera superficie dei giardini, anneriscono le fronde degli alberi e si appropriano di ogni centimetro delle antenne, dei lampioni e anche dei fari dei campi di calcio. Impossibile restare indifferenti e non essere colpiti da un fenomeno insolito per l’imponenza degli stormi, che al decollo ad oscurano il cielo. L’abituale paesaggio urbano è completamente trasformato da varie e mutevoli formazioni che si muovono in cielo componendosi e ricomponendosi per poi sostare su ogni struttura emergente e in ogni spazio rimasto tra gli edifici. E’ una presenza anche sonora perché le miriadi di storni comunicano tra loro con versi che conferiscono alla nostra vita quotidiana una colonna sonora per noi inedita. Disabituati a guardare il cielo siamo richiamati a farlo non senza a volte una certa inquietudine associata a qualche riminiscenza cinematografica. Di questo fenomeno abbiamo chiesto spiegazione ad un esperto, il documentarista Giordano Tognarelli, studioso e fotografo molto attendo del mondo degli uccelli.  "Gli stormi si sono riuniti per fare le prove per l’imminente migrazione primaverile – dice Tognarelli – può darsi anche che sentano l’avvicinarsi del maltempo, ma la ciò che colpisce è il gran numero di questi storni, perché è una specie che cresce in modo esponenziale in tutto il territorio nazionale. La ragione di questo aumento potrebbe essere la migliore capacità di adattamento degli storni ai mutamenti che noi uomini abbiamo impresso al territorio, mentre altre specie, un po’ più timide, richiedono ancora quell’habitat naturale che si sta sempre più riducendo". Dunque anche questo fenomeno, pur non essendo del tutto nuovo, è, per le sue proporzioni, legato ai mutamenti ambientali prodotti dall’uomo. "Stanno volentieri nei centri urbani anche perché c’è una temperatura più alta rispetto alle campagne – aggiunge Tognarelli – ma di sicuro sono a loro agio tra le case e nei giardini piuttosto che nelle aree rurali. Il fatto di essere onnivori è un altro fattore che li avvantaggia rispetto agli insettivori, che invece hanno maggiori difficoltà. Sarebbe anche da studiare a fondo il fatto che alcune specie cacciabili come gli storni, i colombacci e i merli per esempio si stanno espandendo invece altre specie più tutelate sono in riduzione. In ogni caso – conclude Tognarelli – da questa esperienza dovremmo trarre l’abitudine a prestare maggiore attenzione agli uccelli anche a quelli più timidi e meno numerosi".  Giacomo Bini

Cronaca

Invasione di storni su Montale e Agliana e nella piana da Montemurlo a Pistoia est. Milioni di uccelli di color nero lucido si affollano sui tetti, tappezzano l’intera superficie dei giardini, anneriscono le fronde degli alberi e si appropriano di ogni centimetro delle antenne, dei lampioni e anche dei fari dei campi di calcio. Impossibile restare indifferenti e non essere colpiti da un fenomeno insolito per l’imponenza degli stormi, che al decollo ad oscurano il cielo. L’abituale paesaggio urbano è completamente trasformato da varie e mutevoli formazioni che si muovono in cielo componendosi e ricomponendosi per poi sostare su ogni struttura emergente e in ogni spazio rimasto tra gli edifici. E’ una presenza anche sonora perché le miriadi di storni comunicano tra loro con versi che conferiscono alla nostra vita quotidiana una colonna sonora per noi inedita. Disabituati a guardare il cielo siamo richiamati a farlo non senza a volte una certa inquietudine associata a qualche riminiscenza cinematografica. Di questo fenomeno abbiamo chiesto spiegazione ad un esperto, il documentarista Giordano Tognarelli, studioso e fotografo molto attendo del mondo degli uccelli. 
"Gli stormi si sono riuniti per fare le prove per l’imminente migrazione primaverile – dice Tognarelli – può darsi anche che sentano l’avvicinarsi del maltempo, ma la ciò che colpisce è il gran numero di questi storni, perché è una specie che cresce in modo esponenziale in tutto il territorio nazionale. La ragione di questo aumento potrebbe essere la migliore capacità di adattamento degli storni ai mutamenti che noi uomini abbiamo impresso al territorio, mentre altre specie, un po’ più timide, richiedono ancora quell’habitat naturale che si sta sempre più riducendo". Dunque anche questo fenomeno, pur non essendo del tutto nuovo, è, per le sue proporzioni, legato ai mutamenti ambientali prodotti dall’uomo. "Stanno volentieri nei centri urbani anche perché c’è una temperatura più alta rispetto alle campagne – aggiunge Tognarelli – ma di sicuro sono a loro agio tra le case e nei giardini piuttosto che nelle aree rurali. Il fatto di essere onnivori è un altro fattore che li avvantaggia rispetto agli insettivori, che invece hanno maggiori difficoltà. Sarebbe anche da studiare a fondo il fatto che alcune specie cacciabili come gli storni, i colombacci e i merli per esempio si stanno espandendo invece altre specie più tutelate sono in riduzione. In ogni caso – conclude Tognarelli – da questa esperienza dovremmo trarre l’abitudine a prestare maggiore attenzione agli uccelli anche a quelli più timidi e meno numerosi". 
Giacomo Bini

La piana è invasa dagli storni: "Crescita esponenziale. Si preparano alla migrazione"    

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La piana è invasa dagli storni: "Crescita esponenziale. Si preparano alla migrazione"

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