La lotta degli operai Gkn nel docufilm pistoiese "E tu come stai?"

La proiezione dell’opera di Lorenzo Enrico Gori e del figlio Filippo Maria ha animato l’ultima serata del festival "Presente Italiano"

Migration

Quando si domanda come stai a qualcuno bisogna stare attenti, c’è poi da esser capaci di gestire la risposta. E quando un giorno i ruoli di chi domanda e chi risponde si invertono, Lorenzo Enrico Gori comincia a pensare che ciò che sta facendo sta prendendo un’altra piega. Gori, pratese di nascita e pistoiese d’adozione, è giornalista e fotoreporter da sempre, ma anche regista di storie di lavoro e lavoratori, nei teatri o con la macchina da presa, poco importa. Quello che importa per Lorenzo è raccontare. Un occhio classico, che riesce però a scorgere l’esclusività nella normalità. Racconti di chi lotta per un lavoro dignitoso o di chi ha pagato la maledizione dell’amianto con la vita (Lavorare da Morire, 2008). Stavolta, per la prima volta, Lorenzo ha creato il suo docufilm insieme a Filippo Maria, 28 anni, suo figlio più piccolo. Filippo ha creato passo passo il suo futuro con dedizione, mosso dal suo continuo interesse per l’altro che l’ha portato a studiare, conseguendo ottimi risultati sia nello studio che nella sua capacità di raccontare tramite il video, come testimoniano i tanti riconoscimenti arrivati.

Una passione per la creazione visiva ereditata dal babbo quella di Filippo, plasmata con la sua cifra più moderna e orientata al cinema. Ma stavolta il viaggio è stato diverso per entrambi. Il percorso che ha portato all’uscita di "E tu come stai" infatti non ha solo visto padre e figlio confrontarsi su stili diversi, ma li ha visti camminare insieme verso un intento comune. Un percorso non facile che è arrivato a unire, a creare una continuità di pensiero, capace di dar vita a un docufilm attuale, amaramente contemporaneo. "E tu come stai?": la svolta nella volontà di raccontare le vicende della ex Fiat di Campi Bisenzio nasce qui, a partire da una domanda che Dario Salvetti, operaio Gkn e delegato Rsu, inaspettatamente rivolge a Lorenzo mentre ha la telecamera in mano. In un attimo la lotta diventa comune, i destini s’incrociano, riportando alla mente di Gori quel venerdì in cui il suo datore di lavoro gli comunicò che di lì a poco sarebbe cessato il loro rapporto. Dopo 30 anni di carriera.

"Decisi di non pensarci – esterna Gori –. Ma il lavoro cercò me. Mi si riaccese la lampadina, presi la macchina fotografica. Questo è quello che so fare, la cronaca. Documentare, raccontare". Inizia così il rapporto profondo che guiderà i due Gori attraverso tutte le manifestazioni della Gkn, dagli incontri ai picchetti, fino alle interviste private, con la videocamera che racconta un’anima, con immagini e parole che ci prendono a schiaffi di realtà. "Certo il collettivo non ha bisogno di noi per irradiarsi – ha evidenziato Filippo Maria Gori –, ma siamo felici che il film possa servire a far capire meglio le scelte di un gruppo di lavoratori nel momento più difficile, non solo per la fabbrica, ma per la vita loro e del territorio. ’Se tutti si fa un po’, non pesa a nessuno fare’, disse un operaio. Abbiamo deciso di raccontare con la visione cinematografica in presa diretta non istantanea quello che questa gente fa: l’amore per la loro fabbrica e per la giustizia sociale di tutti. Lavoro e vita, vita e lavoro".

Gabriele Acerboni