La lettera d’addio dei dipendenti "L’azienda è stata una comunità"

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Il caos per gli autisti assenti e le polemiche attorno al green pass rischiano di rovinare l’addio che si sta consumando tra la città, i pistoiesi e il Copit. Un momento toccante anche per i dipendenti stessi, che si preparano a salutare un pezzo della loro vita professionale che non tornerà più. Alcuni dipendenti hanno tributato alla "Copitte" (come viene chiamata in città) una lettera aperta: "Siamo arrivati oramai quasi all’ultima pagina di un libro, un libro che si chiuderà il 31 ottobre lungo più di 50 anni. Una storia ricca di personaggi, di storie fatte di orari, percorsi, coincidenze e ritardi di autobus o di ’tramme’ come dicono i pistoiesi. Fatte di persone comuni che tutti i giorni si spostano siano essi operai o anziani, famiglie, personaggi stravaganti, stranieri o studenti dalle materne alle superiore dalle gite scolastiche a quelle di divertimento. La ’Copitte’ non è stata solo l’azienda del trasporto pubblico, ma è stata in questi 50 anni parte della storia di una comunità. Copit stessa è stata una comunità formata da uomini e donne, che abbiano o indossato le camicie celesti degli autisti, le tute blu dei meccanici o gli abiti borghesi degli impiegati ha sempre cercato di offrire al meglio un servizio per tutta la cittadinanza". Per il Copit un futuro non c’è, ma c’è per i suoi dipendenti, che andranno in toto nella nuova società di trasporto Autolinee Toscane.

"Un libro si chiude, e uno nuovo deve essere ancora scritto – si conclude la lettera– Ci auguriamo che le nuove pagine possano essere altrettanto importanti e significative. Rimane dentro di noi un pizzico di dispiacere e nostalgia di non poter più dire ‘Corri o perdi il tram’".

F.S.