"Infermieri extracomunitari, si può"

Il Tar accoglie il ricorso della Fondazione Turati dopo il no della prefettura all’assunzione temporanea di due cittadine albanesi

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Le strutture accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale possono assumere, temporaneamente, medici e infermieri extracomunitari per far fronte all’emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia da Covid-19. Il principio giuridico, destinato ad avere effetti molto importanti in questa delicata fase sanitaria, è stato espresso dal Tar toscano nell’ambito della sua attività giurisdizionale.

Due sentenze del Tribunale amministrativo regionale della Toscana hanno dato ragione in questo senso alla Fondazione Filippo Turati di Pistoia, assistita dagli avvocati Roberto Righi e Roberto Fusari. Nel primo caso, il 30 giugno scorso, la Fondazione aveva presentato allo sportello per l’immigrazione della prefettura un’istanza al fine ottenere un nulla osta al soggiorno motivi dal lavoro in favore dell’infermiera professionale Sonila Gjoni.

L’ufficio del governo sul territorio, con un provvedimento del 21 agosto ha però rigettato la richiesta, ritenendo che la donna, in quanto cittadina albanese, era in possesso di un titolo di studio non riconosciuto in Italia per svolgere l’attività infermieristica. A questo punto, la Fondazione Turati ha presentato un ricorso al Tar della Toscana. Il decreto legge 18 del 2020 stabilisce che lo svolgimento dell’attività medica e infermieristica è consentito ai soggetti che hanno conseguito all’estero il titolo secondo specifiche direttive dell’Unione Europea. Questi soggetti possono essere reclutati da aziende ed enti del Servizio Sanitario Nazionale.

Il Tar nella sua sentenza ricorda che la deroga per l’assunzione temporanea in questo difficile periodo può essere applicata a tutte le attività legate al Servizio Sanitario Nazionale, anche quelle accreditate.

Un caso pressoché identico al primo si è verificato per la richiesta di nulla osta di soggiorno per motivi lavorativi destinato all’infermiera professionale Florina Manjani, presentato dalla Fondazione Turati sempre il 30 giugno.

Anche in questo caso, il 21 agosto, lo sportello unico per l’immigrazione ha rigettato l’istanza, adducendo lo stesso motivo: la donna, albanese, non aveva una qualifica professionale riconosciuta in Italia. E anche in questo caso, la Fondazione Turati ha deciso di presentare ricorso al Tar. Il Tribunale amministrativo regionale – in entrambe le sentenze i giudici erano Rosaria Trizzino, presidente, Alessandro Cacciari, consigliere, Nicola Fenicia, consigliere estensore – ha ricordato che la deroga può essere concessa soltanto a soggetti abilitati secondo le regole dell’Unione Europea che lavorino temporaneamente in Strutture del Servizio Sanitario Nazionale, come quelle accreditate.

Così, anche questo secondo ricorso è stato vinto dalla Fondazione Turati, che nell’attuale periodo di emergenza sanitaria potrà far ricorso anche a personale extracomunitario nello svolgimento della sua attività sanitaria, assai importante nel territorio della provincia di Pistoia e oltre.

Daniele Bernardini