Non è infermiera ma lavora nel centro per i disabili: come viene selezionato il personale

Il caso all'Oami di Quarrata. Indagata una pistoiese di 26 anni. La responsabile della struttura: "Lei è addolorata e anche noi"

Infermieri

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Pistoia, 14 luglio 2017 - La pergamena con il diploma di laurea dell’Università degli studi di Firenze e il certificato di iscrizione all’albo degli infermieri con tanto di firma del presidente del Collegio Ipasvi di Pistoia. Questi i documenti che sarebbero stati realizzati ad arte da una ragazza, 26 anni di Pistoia, che si sarebbe spacciata per infermiera professionista, entrando a lavorare nella Comunità alloggio Oami per disabili di Quarrata.

 

L’indagine dei carabinieri, diretta dal sostituto procuratore Luigi Boccia, è scattata una settimana fa, a seguito della denuncia presentata dal Collegio Ipasvi (la Federazione nazionale collegi infermieri professionali, assistenti sanitari, vigilatrici d’infanzia). Scorrendo i nominativi del personale in servizio nel centro per disabili, il Collegio ha scoperto che una delle infermiere non risultava essere iscritta all’albo e da lì sono scattati i successivi controlli. I militari hanno effettuato anche una perquisizione in casa della donna, alla ricerca di documentazione utile alle indagini.

 

«Il certificato di iscrizione all’albo recava la mia firma, ovviamente falsificata – ha spiegato il presidente Ipasvi, David Nucci – Oltre a questo documento, c’era anche il falso diploma di laurea. Abbiamo fatto denuncia ai carabinieri e, date le circostanze, è chiaro che ci costituiremo parte civile nell’eventuale procedimento, per il danno di immagine alla professione e per il danno provocato anche per aver sottratto un posto di lavoro a un vero infermiere che lo avrebbe meritato. Per questo abbiamo dato mandato all’avvocato Claudio del Rosso di Pistoia. Ovviamente pensiamo soprattutto al rischio corso dagli assistiti, affidati a chi non è pronto né dal punto di vista clinico assistenziale, né da quello etico e deontologico».

 

Ora la giovane pistoiese è indagata per esercizio abusivo di professione sanitaria, falsità materiale commessa dal privato e truffa, per aver indotto in errore (se l’ipotesi accusatoria troverà conferma nelle indagini) l’azienda con lo scopo di farsi assumere. Nessun commento da parte della direzione del centro. La responsabile della struttura quarratina, Mariarosa Bragion, si è limitata a dichiarare: «La ragazza è molto addolorata e noi con lei».

 

Nel centro, che offre servizi residenziali e diurni, ci sono anziani e disabili: quindici gli ospiti che vi alloggiano, sette quelli del diurno, e dieci anziani dell’ex ospedale Caselli. La struttura è accreditata dalla Società della salute di Pistoia, che effettua periodici controlli sulla qualità dei servizi erogati e sui parametri sanitari degli ospiti.

 

«Le procedure nel privato sono queste – spiega il presidente degli infermieri, David Nucci – Il personale è tenuto a presentare i documenti originali della qualifica e dell’iscrizione all’albo. Diversa la prassi per l’ente pubblico che, ricevuta l’autecertificazione del candidato, è tenuto a fare verifiche con l’ordine professionale e l’ateneo di provenienza».