Montagna, boom di incidenti: il pericolo è dietro l’angolo

I casi aumentano senza soluzione di continuità ormai da cinque anni. L’allarme dei volontari del Soccorso alpino speleologico

Volontari del Soccorso alpino

Volontari del Soccorso alpino

Montagna Pistoiese (Pistoia), 25 gennaio 2022 - Un impegno incessante per garantire la sicurezza e, talvolta, salvare la vita a chi sceglie la Montagna pistoiese per divertirsi con gli sci o con il trekking o, nella stagione giusta, con la ricerca dei funghi. Tutte passioni bellissime che si traducono però in ore di lavoro intenso per gli operatori della sicurezza. Un trend che si traduce in centinaia di interventi all’anno. Per quanto riguarda Pistoia una sessantina solo nel 2021 che hanno tenuto impegnati i venti operatori locali.

I numeri dell’emergenza

Il lavoro è imponente: il Soccorso alpino speleologico toscano negli ultimi cinque anni ha contato oltre 1.400 interventi. Il dato regionale parte dai 240 effettuati nel 2017 e prosegue nell’escalation con 250 nel 2018, 310 nel 2019, 250 nel 2020 per arrivare ai 350 del 2021. Di questi molti, il 45 per cento, sono stati effettuati a seguito di cadute, il 25 per cento legate al mondo mountain bike e down hill. Un altro 25 per cento invece è dedicato al recupero di cercatori di funghi e il 5 per cento a infortuni sul lavoro e altri incidenti. Di questi il 20 per cento effettuati con l’ausilio dell’elicottero. L’ultimo week end sull’Abetone è la prova perfetta dell’entità del problema, in tutte le stagioni. I motivi che portano all’intervento del Sast sono nel 53 per cento dei casi cadute, nel 10 per cento invece a perdita dell’orientamento e in un altro 10 per cento a malori, la statistica si conclude con due false chiamate. L’aumento degli interventi nel 2021 è legato al fatto che, in tempo di Covid, c’è stata una maggiore frequentazione degli spazi aperti, quindi essendoci più persone in montagna ci sono stati più interventi.

Il soccorso

"Alcuni interventi sono molto impegnativi anche dal punto di vista sanitario – spiegano i tecnici del Sast, il cui prezioso contributo tocca anche la Montagna pistoiese – . Siccome non di rado siamo i primi ad arrivare, prestiamo anche il soccorso sanitario in attesa che sopraggiunga il medico che svolgerà la parte di sua competenza, spesso operiamo in modo coordinato con le forze dell’ordine. Varie le tipologie di persone a cui prestiamo soccorso: le situazioni sono molto diverse. Parlando del periodo estivo, gli escursionisti incappano in incidenti ma, molto spesso si trovano su sentieri tracciati, quindi relativamente facili da trovare, i cercatori di funghi invece si inoltrano nel bosco e sono difficili da individuare anche dall’elicottero, frequentemente non hanno dietro il cellulare per paura di essere seguiti nei loro luoghi segreti. Quando sparisce un fungaio, a dare l’allarme è un amico o la famiglia che non lo vede rientrare, le informazioni sono quindi vaghe. Per questo è più facile soccorrere escursionisti e bikers che almeno si riescono ad individuare".

Parola agli esperti

"Consigliamo a chi frequenta la montagna di installare l’app ’112 Where are u’ sul telefonino, che permette le chiamate d’emergenza inviando la posizione esatta dell’apparecchio – continuano gli esperti del Sast –. Altro presidio necessario è il telo termico che si può acquistare per pochi euro e ripara dall’acqua, dal freddo e aumenta di molto la visibilità per i soccorritori. Le cause degli infortuni sono: in prima battuta l’insufficiente preparazione fisica e la scarsa conoscenza dei luoghi; preparare l’itinerario utilizzando le cartine aiuta a risolvere buona parte dei problemi. Talvolta qualche sorpresa la può riservare un cambio repentino della situazione meteo ma, non è così frequente. Ad esempio avere un’adeguata scorta di acqua è importante".

"D’inverno invece l’attrezzatura è determinante: ramponi e piccozza sono assolutamente necessari, con le ciaspole, a seconda del fondo si corrono dei rischi quando si passa dal fondo innevato a quello ghiacciato. I ramponcini (una sorta di catenella da mettere agli scarponi) possono andare bene su di un sentiero assolutamente pianeggiante ma è meglio avere due ramponi nello zaino. Infine – conclude la testimonianza dei tecnici Sast – sulla neve è obbligatorio essere muniti di Artva (Apparecchio di ricerca dei travolti in valanga), pala e sonda, chi ne fosse sprovvisto è sottoposto a sanzioni. Spesso si assiste a una sopravalutazione delle capacità e una sottovalutazione del rischio, la montagna è bella, ma bisogna affrontarla per divertirsi e poi tornare a casa sani". Ecco perché la campagna di sensibilizzazione non si ferma mai. Due domeniche fa ’Sicuri sulla neve’: manifestazione itinerante che quest’anno ha fatto tappa a La Doganaccia di Cutigliano dopo che in anni recenti si era svolta al Lago Nero e precedentemente a Monte Maiori. Una giornata dedicata alle dimostrazioni durante la quale vengono forniti suggerimenti sull’attrezzatura e sui comportamenti da tenere in montagna. Non solo d’inverno perché a ’Sicuri sulla neve’ si affiancano ’Sicuri sul sentiero’ e ’Sicuri a funghi’.