Niccolò: dal coma al ritorno a scuola. «Mai un lamento, ha sempre lottato»

Il quindicenne vittima di un drammatico incidente in bici a Candeglia

Niccolò Paperetti

Niccolò Paperetti

Pistoia, 20 gennaio 2019 - «Ho sentito lo schianto. In cuor mio sapevo già cosa era successo, un genitore queste cose le sente. Sono andato di corsa verso l’incrocio e lì ho visto esattamente quello che speravo di non vedere».

Comincia così il racconto di Nicola Paperetti, il papà del 15enne Niccolò, vittima lo scorso 29 aprile di un terribile incidente a Candeglia. Il dramma della famiglia Paperetti è iniziato lì; per giorni e giorni Niccolò rimane in bilico tra la vita e la morte. Ma si dimostra forte. Non ha mai mollato, fino al risveglio dopo cinquanta lunghissimi giorni, tra l’incredulità dei medici e la grande gioia dei genitori. Fino al regalo di Natale più bello: il ritorno a casa, dopo una lunga riabilitazione in Lombardia.

Signor Nicola, come sta Niccolò?

«Niccolò sta meglio. Sta affrontano la riabilitazione con una grinta e una determinazione che ci rende orgogliosi. I suoi miglioramenti sono progressivi, costanti: nel linguaggio, nei movimenti, in tutto. Vediamo passi in avanti ogni giorno e la nostra speranza è che continui a migliorare ancora».

Suo figlio non si è scoraggiato dopo il dramma che l’ha colpito?

«Mai, davvero mai. Mai una lamentela, una frustrazione. Niccolò ha sofferto, oltre al grave trauma cranico, tantissime fratture alle ossa, alcune estremamente dolorose. Nonostante questo, non si è dato per vinto e ha continuato a lottare. Un modo di fare da prendere ad esempio da tutti».

Niccolò è tornata casa, ma la strada è ancora lunga.

«Assolutamente sì. Dopo che si sta in coma per 50 giorni in bilico tra la vita e la morte, il risveglio equivale ad un miracolo. Quel miracolo però vuol dire ricominciare da zero e tornare a imparare i movimenti più elementari. Niccolò ha cominciato la riabilitazione al centro ‘La Nostra Famiglia’ di Bosisio Parini’ in Lombardia. Un centro specializzato che non finirò mai di ringraziare perchè ha seguito mio figlio con estrema professionalità e affetto».

E nel frattempo è anche tornato a scuola.

«Esatto. E’ importante per Niccolà riprendere, nei limiti del possibile, una vita normale. Ha ricominciato ad andare alla sua scuola, in seconda superiore al Pacini, per ora due giorni a settimana. Gli altri giorni, invece, lo accompagniamo a Scandicci al centro ‘don Gnocchi’ per la riabilitazione».

Tutta la città si è stretta intorno al ragazzo e alla vostra famiglia.

«Io mi sono più volte commosso di fronte alle manifestazioni di affetto che le persone ‘esterne’ ci hanno dedicato. Li vorrei ringraziare uno per uno, perchè il calore umano che c’è stata attorno a questo dramma è qualcosa che scalda il cuore, anche nei giorni più bui. Mio figlio Niccolò, come il fratello maggiore, ha giocato a pallone e tutte le squadre in cui ha militato ci sono state vicino. Abbiamo ricevuto tributi dalla curva della Pistoiese, dal gruppo ‘Baraonda’ del basket, dall’amministrazione comunale. Senza dimenticare la famiglia Tesi, per cui io e mia moglie lavoriamo, che ha mostrato nei nostri confronti un affetto e una comprensione fuori dal comune. A tutti loro va il mio sentito ringraziamento».